"Recrudescenze di "batteriosi" dell'actinidia a seguito delle gelate invernali"
Infatti, in tutte le aree è stato possibile accertare la presenza di essudati fuoriuscenti da cancri, di dimensioni variabili, rilevati sul tronco e/o sui cordoni. I sintomi della malattia sono stati evidenziati anche in alcune aree di coltivazione, come quella calabrese, che per alcuni anni, a seguito delle prime segnalazioni del 2011, non avevano più manifestato danni di rilievo a carico delle cultivar a polpa gialla.
Studi effettuati in precedenza hanno permesso di accertare una stretta correlazione tra l'evenienza delle gelate autunnali o invernali e un'accentuata moltiplicazione del batterio che, come noto, sopravvive in questi mesi all'interno della pianta come endofita. Temperature di qualche grado al disotto dello 0°C che si manifestano anche per poche ore, infatti, sono sufficienti a favorire una rapida moltiplicazione del patogeno che, in seguito, ha la possibilità di colonizzare porzioni anche ampie di tessuto. A fine moltiplicazione, il batterio fuoriesce dalla pianta e si diffonde attraverso i ben noti essudati.
A cavallo del 2014-2015, in tutta Italia, le temperature sono scese sotto lo 0°C per qualche ora. Il fenomeno, sia pure con diversa entità, si è ripetuto in gennaio-febbraio in molte aree di coltivazione dell'actinidia. Oltre a innescare nuovamente la malattia nelle aree o aziende dove si sono verificate le gelate, gli essudati, dispersi mediante piogge e vento successivi alla loro fuoriuscita, contribuiscono a diffondere l'inoculo batterico anche in altre località e/o aziende che, per microclimi particolari e/o accorgimenti tecnici (sistemi di protezione antigelo), non sono state interessate dalla gelata.
E' bene, quindi, effettuare da ora in poi tutte le operazioni tecnico-agronomiche e i trattamenti di prevenzione e contenimento ampiamente divulgati nel corso degli anni precedenti, avendo particolare cura nella protezione della fioritura. Si ribadisce ulteriormente che PSA va tenuto sotto controllo anche, se non in maniera primaria, durante i mesi invernali mediante appositi trattamenti preventivi con prodotti che impediscono la penetrazione del batterio o che ne riducano la sua presenza all'interno dei tessuti del tronco e dei cordoni.
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Per maggiori informazioni:
Marco Scortichini
C.R.A.- Centro di ricerca per la Frutticoltura, Roma, Caserta
Email: marco.scortichini@entecra.it