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La guerra tra brand si trasferisce sul packaging

Cina e India trainano la domanda di prodotti confezionati

Cresce la domanda di prodotti alimentari confezionati e ancora una volta è l'Asia a tirare la volata; è quanto emerge dall'ultima analisi di Euromonitor International.

Nel 2014, in tutto il mondo - si legge nella ricerca - la domanda di prodotti alimentari confezionati è cresciuta del 3% rispetto all'anno precedente, raggiungendo quota di 1,9 milioni di miliardi. A determinare quest'aumento sono stati soprattutto i paesi asiatici, che da soli hanno registrato un +5%, ossia 320 miliardi di confezioni aggiuntive.

Nel 2015 si stima che Cina e India, da soli, rappresenteranno più della metà (58%) dell'ulteriore aumento di vendita di alimenti confezionati, questo perché la crescita del reddito e dell'urbanizzazione nei due paesi BRIC sta modificando i comportamenti d'acquisto: si preferiscono sempre più alimenti confezionati piuttosto che sfusi. Inoltre in questi paesi si nota anche la tendenza a preferire confezioni in formati di peso e volume sempre più ridotti.



In termini di confezioni alimentari, a trainare la crescita sono soprattutto le confezioni in plastica e in particolare tre tipologie: in plastica flessibile (che entro il 2019 aumenteranno di 30 miliardi), contenitori rigidi con le pareti sottili in plastica e bottiglie (in questo caso soprattutto per il latte). Di questi tre formati ne saranno prodotti nel 2015 1,2 milioni di miliardi, con un aumento dal 2014 al 2019 di 193 miliardi di unità, il 60% della crescita dei prodotti confezionati da qui ai prossimi quattro anni.

Da notare l'aumento di popolarità per un altro formato di packaging: le buste stand-up, spesso integrate con sistemi a zip o di chiusura salva-freschezza, che riflettono la domanda da parte dei consumatori di prodotti on-the-go e più pratici, così come indicano l'accesa rivalità tra le marche che, per conquistare il cliente, si affidano sempre più anche alla cura della confezione.

Quest'ultimo aspetto non è di poca importanza, come rilevato da Smartblogs, perché confezioni divenute nel tempo iconiche hanno contribuito a rendere questo o quel prodotto in vendita un vero e proprio status symbol. Al consumatore, inoltre, basta un'occhiata per riconoscerlo tra dozzine di altri prodotti. Logico che le imprese puntino a differenziarsi dalla concorrenza anche sul fronte del packaging.

"La giusta confezione è spesso l'unica cosa che può aiutare un nuovo prodotto a spiccare sullo scaffale", spiega Rich Scamehorn, capo ricercatore della InContext Solutions, interpellato da Smartblogs. E, da questo punto di vista, confezioni che 'parlano' solo del prodotto non fanno più presa sul consumatore moderno. Laurie Demeritt, amministratore delegato del gruppo Hartman, spiega che l'acquirente usa la confezione "per farsi un giudizio sull'azienda", così per i brand è importante usare la confezione non solo per comunicare le caratteristiche del prodotto, ma anche e soprattutto le caratteristiche (leggasi i valori) della società, come l'attenzione alla sostenibilità, all'ambiente, e così via.

Rielaborazione FreshPlaza su varie fonti.