Univeg mira a migliorare la produzione di uva da tavola in India
Ben Horsbrugh, direttore Qualità del Gruppo Univeg, ha affermato che la partnership con Bayer CropScience finora è stata soddisfacente. "Negli ultimi anni siamo riusciti a raggiungere i nostri obiettivi e a sviluppare ulteriormente i servizi per i coltivatori - ha detto - Il progetto è cominciato con 270 ettari coinvolti e ora ha superato i 1.700 ettari. E sono 795 i produttori che attualmente ne fanno parte".
"Per il 2015 e il prossimo futuro - ha continuato Horsbrugh - vogliamo migliorare ulteriormente la qualità della produzione. Non solo ci concentriamo sulla protezione della coltura e sulla riduzione dei residui, ma consideriamo anche fattori come le pratiche colturali, l'uso dei fertilizzanti e i processi utilizzati durante la raccolta e il confezionamento. L'obiettivo è aiutare i partner dell'intera filiera, permettendoci di monitorare l'intero processo di produzione. In questo modo, garantiamo che solo le uve di qualità migliore raggiungano il consumatore e che lo facciano in modo sostenibile".
Produzione sostenibile
Univeg e Bayer CropScience hanno collaborato anche a progetti sviluppati in Cile e Spagna. Per la produzione di uva, Bayer ha sviluppato un "passaporto di accompagnamento" in tutte le lingue, che aiuta i produttori a produrre in modo sostenibile. Come risultato, i rivenditori hanno accesso a frutta e verdura fresca che soddisfano i rigidi requisiti europei in termine di qualità alimentare, tracciabilità e servizi tecnici. "Il nostro obiettivo - ha detto Horsbrugh - è ottenere una produzione di qualità in modo sostenibile, sia in termini economici che ambientali".
Gap sul mercato
Per questa stagione Univeg ha previsto volumi di uva nella norma e di buona qualità. "La resa - ha detto Horsbrugh - sarà di circa 37 tonnellate per ettaro, che è un buon traguardo. L'aspetto più vantaggioso per le uve indiane è che possono colmare il vuoto presente sul mercato e europeo ad aprile e maggio, quando la disponibilità di uva da nazioni come Cile e Sudafrica è limitata. Dato che l'India è in grado di esportare anche a febbraio e marzo, negli ultimi anni la stagione si è molto estesa. Nonostante la competizione da altre Paesi, i risultati sono stati buoni. Ma le condizioni del mercato cambiano ogni anno e dipendono da diversi fattori come i volumi raccolti e la domanda dei clienti".
Incremento dell'export
Nel 2014 l'India ha esportato un totale di 7.724 container di uva nei diversi mercati. "La maggior parte dell'uva indiana è destinata all'export, ma anche il mercato domestico sta diventando più attraente. Nel primo anno, Univeg ha esportato 52 container di uve indiane, cifra che è salita a 250 nel 2014. Il principale acquirente per Univeg è l'Europa che riceve circa l'80% delle spedizioni. In particolare, i primi tre clienti europei sono Germania, Regno Unito e Paesi Bassi. Nuovi mercati come Medio Oriente e Asia si dimostrano ugualmente interessanti per le uve indiane. "Crediamo che l'importanza di questi mercati aumenterà per gli importatori di uva indiani - ha aggiunto Horsbrugh - Attualmente le esportazioni di uva in Medio Oriente hanno raggiunto una media di 1.200 container l'anno, mentre l'Estremo Oriente ne riceve 500".
Opportunità future
La principale varietà coltivata in India è la Thompson Seedless, ma Univeg vede opportunità anche per nuove varietà in futuro. "L'India è un mercato dinamico e in crescita per la frutta e verdura e continuerà ad evolversi. Ad aprile è stata creata una joint venture tra Mahindra e Univeg, che si focalizza sullo sviluppo della filiera ortofrutticola per riuscire a soddisfare le necessità dei mercati locali e internazionali.
"Con questa joint venture - ha concluso Horsbrugh - Univeg può svilupparsi sul mercato indiano e assistere Mahindra con le sue competenze. Vediamo grandi potenzialità di sviluppo in India e siamo curiosi di vedere come questo mercato si svilupperà nei prossimi anni a livello globale".
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