La biodiversita’ vegetale si puo' conservare al freddo dell'azoto liquido
Per bloccare questa "emorragia" di risorse genetiche, già a partire dagli anni ’70 è stata avviata a livello mondiale un'importante opera di recupero e conservazione del germoplasma vegetale in banche del seme o in collezioni di pieno campo. Ma anche le colture in vitro possono giocare un importante ruolo di contrasto all'erosione genetica grazie a numerose tecniche sviluppate per la moltiplicazione, la conservazione e il risanamento di piante e alberi da virosi e fitoplasmi.
Da alcuni anni, poi, i programmi di salvaguardia della biodiversità possono avvalersi della crio-conservazione, una tecnica innovativa che permette lo stoccaggio di organi e tessuti a temperatura ultra-bassa (-196°C), propria dell'azoto in fase liquida. Importanti risultati sperimentali e applicativi sono già stati raggiunti con la realizzazione dei primi esempi di "criobanche" del germoplasma frutticolo (in Belgio, Stati Uniti e Giappone), forestale (Francia e Canada), orticolo (Germania e Perù) e di piante medicinali (India).
"Tra i principali vantaggi della crioconservazione – spiega a FreshPlaza Daniela Giovannini del CRA-FRF di Forlì – vanno ricordati: l'elevata potenzialità conservativa (in un contenitore da 35 litri si possono stoccare oltre 7.000 espianti, NdA); i bassi costi di conservazione, perché l'utilizzo di manodopera è limitatissimo; la possibilità di conservare un'ampia gamma di organi e tessuti provenienti sia da coltura in vitro che direttamente dal campo; il mantenimento del materiale vegetale in assoluta sicurezza genetica e sanitaria e la possibilità di operare una conservazione praticamente illimitata in termini di tempo".
Una delle tecniche più in uso per ottenere la vitrificazione degli espianti vegetali è quella di inglobarli in capsule di alginato di sodio. Le perline ottenute (foto a destra) vengono immerse direttamente in azoto liquido, a -196°C (nella foto di sinistra, contenitore di azoto liquido impiegato per la crio-conservazione).
Presupposto di questa tecnologia è la "vitrificazione" degli espianti, vale a dire la capacità di una soluzione acquosa di assumere una consistenza amorfa (vetrosa) a seguito di un innalzamento della viscosità durante processi di ultra-raffreddamento. La vitrificazione del citoplasma cellulare previene la formazione di cristalli di ghiaccio, letali per la cellula: gli organi e i tessuti vegetali vitrificati si mantengono integri e vitali alla temperatura dell'azoto liquido e, quando vengono ripristinate condizioni termiche compatibili con la crescita, sono in grado di ricostituire un individuo identico all'originale (vedi foto sopra).
La ricerca in questo settore è in continua evoluzione, da cui l'esigenza di avere un aggiornamento sui progressi scientifici e le potenzialità applicative di questa tecnica.
Daniela Giovannini di CRA-FRF, Emilia Caboni di CRA-FRU e Maurizio Lambardi del CNR-IVALSA sono gli organizzatori del Workshop internazionale "Long Term Preservation of Woody Species by Cryo-Techniques", che si terrà i prossimi 26 e 27 marzo presso l'Area di ricerca CNR di Firenze.
Al Workshop parteciperanno i maggiori esperti europei di crioconservazione di specie vegetali. L'evento fa parte delle iniziative della COST Action FA1104 "Sustainable production of high quality cherries for the European market" che, finanziata dall'Unione europea, ha preso avvio nel 2012 con la sottoscrizione di 30 Paesi dell'UE, tra cui l'Italia.
Per informazioni:
CNR - Consiglio Nazionale delle Ricerche
Maurizio Lambardi
CNR-IVALSA Istituto per la Valorizzazione del legno e delle Specie Arboree
Tel.: (+39) 055 5225685
Email: lambardi@ivalsa.cnr.it
Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CRA)
Daniela Giovannini
CRA-FRF Unità di Ricerca per la Frutticoltura di Forlì
Tel.: (+39) 0543 89566(4)
Email: daniela.giovannini@entecra.it
Emilia Caboni
CRA-FRU Centro di Ricerca per la Frutticoltura, Roma
Tel.: (+39) 06 79348131
Email: emilia.caboni@entecra.it