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"Luca Garletti: "Invito i giornalisti de Le Iene a vedere come lavorano gli importatori di ortofrutta"

di Rossella Gigli - Chief editor/Manager FreshPlaza.IT

Come era inevitabile, l'inchiesta del programma tv Le Iene sulla sicurezza di frutta e verdura dal titolo "Quando frutta e verdura possono far male" (cfr. FreshPlaza del 13/03/2015) non ha mancato di suscitare un'ondata di polemiche e considerazioni più o meno critiche da parte degli operatori del settore.

Tra i tanti, FreshPlaza ha raccolto il parere di Luca Garletti, amministratore delegato dell'azienda lombarda Mc Garlet, che importa e distribuisce in tutto il mondo frutta esotica e in controstagione. L'imprenditore invita i giornalisti de Le Iene a documentarsi direttamente presso la sua, come presso altre, imprese italiane che si occupano da sempre di import, dato l'evidente deficit di informazione che è emerso dal servizio.

"Non ci stiamo a farci prendere in giro dal primo che passa, visti gli ingenti investimenti che facciamo ogni anno in analisi e certificazioni. Le interviste che si sono viste nella trasmissione, improvvisate e con gente presa chissà dove, lasciano il tempo che trovano. Anche l'ultimo dei dettaglianti sa rispondere con cognizione di causa in materia di certificazioni e controlli; pertanto posso sostenere senza tema di smentite che in Italia non si lavora, nel commercio di frutta e verdura, nella maniera sconsiderata che il servizio vorrebbe dare a intendere".


Luca Garletti.

"La cosa che fa più tristezza - sottolinea l'imprenditore - è vedere per l'ennesima volta che non riusciamo a ragionare in un'ottica di villaggio globale, ma sempre in termini di campanilismo e populismo, ignorando di fatto lo stato di avanzamento dei paesi esteri fornitori dell'UE, mentre noi siamo in ritardo perfino nel recepimento di certificazioni internazionali come il GlobalGAP!"

Su una delle argomentazioni presentate dal servizio televisivo come elemento negativo nei controlli fitosanitari e cioè il fatto che le merci ortofrutticole destinate all'Italia possano essere soggette ai controlli doganali e qualitativi presso altri porti/aeroporti d'ingresso (ad. es. Rotterdam), Luca Garletti puntualizza: "Le tempistiche dei controlli nella UE sono molto più efficienti di quanto accada in Italia. Nel giro di 24 ore si ottengono gli esiti delle analisi sulle campionature e nel giro di 48 ore la merce viene rilasciata. E' dunque ragionevole che gli importatori seguano i percorsi che risultano più fluidi per il transito delle spedizioni. Non è che gli operatori del settore vogliono avvelenare la gente! Ma stiamo scherzando? Soltanto noi di McGarlet facciamo oltre 500 analisi l'anno! Venissero a vedere che significa!"

Gli altri commenti in Rete:
Luca Garletti non è certo l'unico ad aver ravvisato degli elementi discutibili nel servizio trasmesso da Le Iene. Di reazioni se ne sono viste a dozzine, sia da parte dei lettori di FreshPlaza, sia in giro per la Rete. Gli elementi maggiormente oggetto di critica sono stati:
  • la maggiore garanzia di sicurezza alimentare che la Grande distribuzione organizzata offrirebbe, quando poi i canali di approvvigionamento sono gli stessi di qualsiasi mercato all'ingrosso;
  • la questione della minore sicurezza della frutta fuori stagione. Citando le parole di un nostro lettore: "Bisogna pensare anche che la frutta coltivata nell'altro emisfero e che arriva sulla nostra tavola, come per esempio un'arancia a luglio, può essere molto più fresca, poiché raccolta da poco in Sudafrica di un'arancia italiana che mangiamo a marzo, ma che magari è conservata da tre mesi. Anche le mele e le pere italiane sono conservate per lunghi mesi in celle apposite per la lunga conservazione, pertanto l'italianità dei prodotti non è automaticamente garanzia di freschezza", in senso di frutta appena colta;
  • l'azzardata criminalizzazione delle colture in serra a confronto con quelle in pieno campo. Come sottolineato anche da noi di FreshPlaza, in Rete il servizio è stato accusato di informare in modo pessimo sui quantitativi di agrofarmaci utilizzati nell'uno e nell'altro caso;
  • il discorso sui controlli italiani ed europei. "Ogni prodotto importato in Europa al momento dell'ingresso deve necessariamente essere accompagnato da una certificazione fitosanitaria. - commenta un lettore - Sono certificazioni che vengono rilasciate ai produttori soltanto se sono in grado di mostrare tutti i trattamenti che ricevono gli ortofrutticoli; entrano da noi solo quelli i cuiparametri di residui chimici rispettano la legislazione europea";
  • le notizie erronee con riguardo ad alcune referenze coltivate in Italia o meno. L'avocado per esempio è prodotto anche in Italia da diversi anni e non soltanto all'estero;
  • il mancato confronto tra prodotti equivalenti. Sulla pagine Facebook dell'inviata de Le Iene scrivono: "Avete condotto analisi su banane, ananas e altri frutti esotici presi al mercato, ma poi non avete preso in considerazione gli stessi prodotti nella grande distribuzione".