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"Ager Melo: un progetto al traguardo e..."ad alto contenuto sociale"

Con un convegno che ha raccolto la partecipazione di medici, professionisti della salute, tecnici, melicoltori e ricercatori, si è ufficialmente chiuso ieri, 5 marzo 2015, in provincia di Trento, Ager Melo.


I lavori della mattina nella Cantina Storica Rotari di Mezzocorona.

Il progetto triennale (esteso poi a un quarto anno di indagini) ha raggiunto traguardi di conoscenza di assoluto livello internazionale che, inevitabilmente, daranno una svolta a tutta la filiera.

Vivaisti, produttori, consulenti, operatori del post-raccolta, del marketing e della logistica fino ai consumatori beneficeranno di risultati che raccordano conoscenze di base con innovazione di sistema. Le ricadute interessano anche i medici e le figure professionali impegnate sul fronte della salute, in particolare della prevenzione e terapia delle principali malattie sociali.



Riccardo Velasco (nella foto sopra), coordinatore del progetto, ha accolto i colleghi e i convegnisti nella cornice della Cantina Storica Rotari a Mezzocorona per la sessione del mattino (cfr FreshPlaza del 03/03/2015) e nel Palazzo della Ricerca e della Conoscenza della Fondazione Edmund Mach (FEM) di San Michele all'Adige per quella del pomeriggio (cfr FreshPlaza del 04/03/2015).

Velasco ha aperto i lavori illustrando la struttura e i risultati complessivi del progetto (assunzione e training avanzato di personale di ricerca, produzione di lavori scientifici, articoli di divulgazione su diversi media, eventi di disseminazione tecnica e/o scientifica) aprendo poi il parterre ai contributi dei singoli gruppi di lavoro che hanno spaziato dalla salute alla genomica alle tecniche colturali.



Disponibilità pubblica dei risultati
Finanziato da enti privati, che hanno però come finalità la promozione dei propri territori, il progetto assicura la massima diffusione possibile e fruibilità dei risultati raggiunti. Che sono e resteranno, anche se la ricerca non si ferma mai, acquisizioni della conoscenza, anzi vere e proprie pietre miliari.

Un'altra caratteristica del progetto è stata infatti la sua capacità di affrontare e portare a compimento percorsi di ricerca e di analisi esaustivi in relazione a quella che, superficialmente, sembra "solo" una mela.


Il Palazzo della Ricerca e della Conoscenza della FEM ha ospitato il workshop pomeridiano.

Multidisciplinarietà e massa critica
Tutti sanno che "una mela al giorno toglie il medico di torno", ma la realtà è più complessa e richiede approfonditi strumenti cognitivi e analitici per essere affrontata.

E anche questo è un merito che va dato al progetto: avere creato i team di ricerca capaci di sviscerare con studi originali la complessità delle problematiche che spesso sfugge ai più.



L'eccellenza delle competenze
Nella mattina di ieri è stata detta una cosa assolutamente nuova, di cui si inizia ad avere consapevolezza solo ora a livello internazionale: gli effetti salutistici della mela non sono solo legati direttamente ai suoi componenti ma anche alle sostanze che la microflora batterica (macrobiota) intestinale produce in risposta all'assunzione del frutto. Alimentarsi nel modo corretto, cioè, fa funzionare correttamente il nostro organismo.



Questo è solo un esempio di come la conoscenza raggiunta dal progetto sia l'attuale stato dell’arte a livello internazionale. A ulteriore riprova di ciò sono i fittissimi rapporti esistenti fra questo e numerosi programmi comunitari che affrontano tematiche simili: di genomica, nutrigenomica, breeding, diagnostica avanzata basata su marcatori, frutticoltura di precisione, gestione sostenibile di tutta la filiera, per citarne alcuni.

Indimenticabile, ma finisce qui
Un progetto di dimensioni e respiro europei, ma tutto italiano e con risorse private. Così vasto e articolato, è arrivato a "chiudere il cerchio", realizzando tutti gli obiettivi preposti e anche di più. Per questo stupisce che il nuovo bando Ager - ancora consistente seppur ridimensionato (7 milioni di euro contro 27) - non preveda la presentazione di progetti legati alla specie melo che potrebbero, invece, continuare a portare innovazione al frutto più consumato in Italia e in Europa.