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Metro: il crollo del rublo pesa sui bilanci

Nella lunga lista dei player europei penalizzati dalla maxi svalutazione del rublo c'è anche Metro. Il retailer tedesco infatti è il numero quattro della distribuzione in Russia, dietro a X5, Magnit e Auchan, con un peso sul fatturato che nel 2013 ha raggiunto quasi un quarto del totale.

Quanto basta, insomma, per condizionare in maniera pesante l'intero giro d'affari del gruppo. Considerando infatti i risultati nel periodo tra ottobre e dicembre, primo trimestre del suo esercizio fiscale, l'Ebit dell'insegna è sceso a 1.024 miliardi, rispetto ai 1.073 dell'anno precedente.



L'utile netto invece ha registrato un calo del 10,4%, a 485 milioni di euro, ben al di sotto delle aspettative degli analisti. Una performance, dunque, sulla quale ha inciso ovviamente il crollo del rublo che, secondo il Ceo Olaf Koch, sarebbe valutabile in oltre sessanta milioni di euro. Senza gli effetti del cambio, insomma, la catena vanterebbe risultati di tutt'altro segno. Appare decisamente in recupero, al contrario, il titolo del gruppo quotato a Francoforte, che negli ultimi tre mesi è avanzato di quasi il 15%, assorbendo completamente le flessioni riportate lo scorso autunno.

Sugli scenari futuri tuttavia, come ammette lo stesso numero uno di Metro, continuerà a gravare la situazione della valuta russa, in attesa che si arrivi a un accordo definitivo per risolvere il conflitto ucraino. Intanto, Metro dovrà accontentarsi delle dichiarazioni distensive di Putin, secondo cui il rublo tornerà su binari normali al massimo entro due anni.
Data di pubblicazione: