Peperoni: latita la produzione israeliana, ne approfitta la Spagna, e' il suo momento
La ragione è presto detta, siamo infatti in un momento di passaggio, di switch. "La produzione siciliana - continua Battisti - sta terminando e dobbiamo passare all'approvvigionamento dalla Spagna, la cui produzione è partita proprio in questo periodo. Inoltre c'è pochissimo prodotto proveniente da Israele e, per quanto abbiamo potuto vedere qui a Bologna, quel poco che c'era non era neppure di gran qualità".
In più "oggi è ancora presto per poter parlare di produzione sotto serra del Nord Europa, Belgio e Paesi Bassi, sicché dobbiamo affidarci alla produzione dalla Spagna, con prezzi non altissimi e coerenti con quello che arriva".
Trattandosi delle prime produzioni provenienti dalla regione spagnola dell'Almeria "i volumi - spiega Battisti - sono ancora limitati e arriva un po' di tutto, dalle prime scelte di qualità extra alle categorie B, e questo si riflette sui prezzi, che presentano una forbice molto ampia. Parliamo di prezzi che, in questi giorni, oscillano da un euro al chilo per peperoni di categoria B, fino a 1,60 euro al chilo per quelli davvero eccezionali, di categoria extra. Tutto in cassettine 30x40 cm, non lavorato".
In questo periodo di contrattazioni, il colore del peperone non fa differenza, contrariamente ad altri momenti della stagione in cui sono più costosi e ricercati i peperoni rossi invece che quelli gialli o viceversa.
La prospettiva per le prossime settimane, conclude Battisti, "è di un aumento della produzione spagnola e di un livellamento della qualità; questo perché, fatti salvi problemi meteo, aumenteranno le temperature ed entreranno in produzione più serre. Nonostante l'aumento dell'offerta, la previsione è che i prezzi dei peperoni resteranno costanti; questo perché all'aumentare delle temperature e all'avvicinarsi della primavera aumenta la domanda di peperoni. Ciò dovrebbe controbilanciare il calo di prezzo che ci si aspetterebbe da un'offerta maggiore".
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