La crisi in Libia frena l'export italiano: -25% nel 2014 per il settore alimentare
Per l'ortofrutta, il prodotto alimentare italiano più richiesto, il valore delle esportazioni nel 2014 si è attestato a 50 milioni di euro, in calo del 22% sul 2013.
Per motivi culturali e religiosi sono praticamente nulle le esportazioni in Libia di vino, formaggi e salumi, ma le altre eccellenze del made in Italy dal 2008 al 2013 avevano registrato un forte trend di crescita, bloccatosi già agli inizi del 2014 e con un 2015 peggiore.
La cooperativa Fruit Modena Group ha interrotto le esportazioni di pere in Libia da alcune settimane per i rischi nei pagamenti e l'incertezza che regna sul mercato. Preoccupazioni per il futuro riguardano anche le esportazioni di conserve di pomodoro che sono state pari a oltre 40 milioni di euro nel 2014 (-0,2%).
Il Consorzio Casalasco del Pomodoro di Cremona ha spedito nel maggio 2014 l'ultimo carico di Pomì e Gusto d'Oro in Libia, poi l'instabilità del Paese ha impedito ulteriori rapporti di scambio commerciale che erano stati avviati nel 2013. Tiene l'export di caffè che è rimasto stabile attorno ai 3 milioni di euro, mentre un preoccupante calo si è registrato per le spedizioni di pasta made in Italy che sono crollate dell'84% ed ammontano ad appena 2 milioni di euro nel 2014.
Le tensioni sul mercato libico si vanno a sommare a quelle che hanno portato all'embargo di frutta e verdura, formaggi, carne, salumi e pesce in Russia, con perdite stimate attorno ai 200 milioni di euro all'anno. I "venti di guerra" tuttavia non hanno però impedito alle esportazioni italiane di chiudere il 2014 facendo registrare il record storico per i prodotti agroalimentari e bevande nazionali raggiungendo il valore di 34,3 miliardi, con un aumento del 2,4% rispetto all'anno precedente.