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"Confagricoltura: "Occorre rilanciare i consumi. L'ortofrutta e' strategica per la nostra agricoltura"

"Dal 2000 ad oggi i consumi di ortofrutta, secondo le nostre stime, sono calati di circa il 18%. L'Italia è uno dei principali produttori di frutta e ortaggi al mondo e il settore è uno dei più rilevanti della nostra agricoltura, riveste un'importanza strategica per lo sviluppo dei territori e per l'occupazione. Serve correre ai ripari rilanciando i consumi, mettendo le imprese in grado di competere con gli altri produttori europei e creando opportunità più vicine alle reali necessità del settore". Lo ha detto Nicola Cilento, componente della Giunta nazionale di Confagricoltura.

La maggior parte della produzione di ortofrutta nazionale, ricorda Confagricoltura, viene veicolata sul mercato del fresco, la rimanente viene conferita all'industria di trasformazione (8% frutta, 34% ortaggi). L'export, nel 2013, ha superato i 7 miliardi di euro e nei primi dieci mesi del 2014 ha registrato una lieve flessione, dovuta, in particolare al calo degli ortaggi. "I nostri prodotti - ha osservato il componente della Giunta nazionale confederale - sono eccellenti in termini di qualità, di gusto e di sostenibilità ambientale". Il mercato tedesco è il principale destinatario dell'esportazione italiana di prodotti ortofrutticoli, con una quota, nei primi dieci mesi del 2014, pari al 26% del valore complessivo dell'export nazionale del settore.

Per i prodotti ortofrutticoli, tra il periodo gennaio-novembre 2014, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente sono continuati a diminuire gli acquisti domestici, (-2%), a fronte di una sostanziale stabilità dei quantitativi (+0,2%). A soffrire del calo della spesa sono i prodotti freschi: il segmento degli ortaggi, dei legumi e delle patate ha perso il 3,3%, mentre quello della frutta e degli agrumi l'1,3%. "Lo spazio di crescita c'è – mette in evidenza il componente della Giunta nazionale di Confagricoltura -. Il consumo giornaliero di ortofrutta, secondo l'OMS, dovrebbe essere superiore ai 400 grammi, ma in Europa secondo quanto riportato dall'Eufic (European Food Information Council), solo quattro Paesi si avvicinano a questi quantitativi".


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Data di pubblicazione: