Progetto EcoOrt: soddisfazione per i risultati ottenuti
A Legnago (VR), nella sede di Geofur, azienda capofila del progetto, si sono incontrati Marco Toffano di Avepa Regione Veneto, Cristian Carboni, Ozone application specialist di Industrie De Nora Spa, Giuseppe Mazzeo dell’azienda Qualitec, fornitrice dell’impianto di refrigerazione usato per la sperimentazione, Luca Sgardiolo di Ortoromi, Paola Filipozzi e Giovanni Aldegheri di Confcooperative Unione di Verona, Thaer Yassen, dell'Istituto agronomico mediterraneo di Bari (Iam), Marco Pulido di Promos, l'ingegner Alberto Ghiraldi di Prs, azienda fornitrice della cella di conservazione usata nella ricerca, Giacinto Tramonte, quale rappresentante del Mercato Ortofrutticolo di Bassano del Grappa e, collegati via Skype in videoconferenza Federico Baruzzi e Leonardo Caputo dell'Istituto di Scienze delle produzioni alimentari (Cnr-Ispa) di Bari. A fare gli onori di casa, Cristiana Furiani di Geofur.
Yassen ha illustrato i risultati della sperimentazione: la conservazione di radicchio rosso, rucola, asparagi e baby leaf con il sistema combinato di refrigerazione passiva e ozono, ha mostrato una sensibile riduzione dello scarto rispetto alla conservazione tradizionale, aprendo scenari inediti per il commercio dei prodotti ortofrutticoli. Grazie a una shelf-life più lunga, le eccellenze italiane potranno arrivare in mercati molto lontani come Cina, Giappone e Australia in ottime condizioni. Non solo: il sistema di refrigerazione passiva permette di abbattere i costi di trasporto perché non richiede energia elettrica per funzionare, ridefinendo il concetto di logistica.
La cella di conservazione del radicchio con il metodo della refrigerazione passiva presso lo stabilimento Geofur di Legnago.
Il progetto, finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale per il Veneto 2007-2013 attraverso la Misura 124 e di cui FreshPlaza è partner per la disseminazione, durerà fino al giugno del 2015. Nei prossimi mesi si testeranno le qualità organolettiche dei prodotti conservati con il metodo sperimentale.
Visti i risultati incoraggianti di questo primo progetto, durante l'incontro si è parlato di un possibile "EcoOrt 2" che permetterebbe di studiare ancora meglio la refrigerazione passiva e allargare la lista di prodotti da testare.
I soggetti coinvolti si sono dati appuntamento per i prossimi mesi, quando dovranno decidere se proseguire nella ricerca e se tentare di accedere ancora a fondi europei oppure finanziare del tutto il progetto autonomamente.
Autore: Simone Martarello