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Dieta e stili di vita sani: quali leve per il food marketing?

Gennaio è il mese dei buoni propositi: dopo le feste natalizie sono milioni le persone che decidono di mettersi a dieta e di cambiare le proprie abitudini alimentari. Bastano davvero poche settimane, però, a far ritornare tutto come prima. E già a San Valentino, infatti, si torna a mangiare i prodotti di sempre.

Esistono comunque dei consumatori più tenaci che riescono a rimanere a dieta per tutto il periodo necessario, anche per un anno intero e più.

Euromonitor ha voluto studiare il comportamento alimentare dei consumatori che hanno deciso di mettersi a dieta. Nel dettaglio, è stata fatta una ricerca su un campione di 16.300 consumatori intervistati online distribuiti in nove mercati diversi. L'anno di riferimento è il 2013.

Riuscire a comprendere le caratteristiche predominanti e la domanda di questa particolare fetta di mercato è un passaggio davvero importante per tutti gli operatori del marketing interessati a scoprire quali prodotti sia più conveniente lanciare sul mercato.



Il 29% dei consumatori che decide di mettersi a dieta è costituito da donne mentre il 17% da uomini. L'età in cui si fa più attenzione a quello che si mangia va dai venti ai trent'anni, nonostante il rischio di prendere peso sia più alto per gli over 30. I più devoti alla dieta si trovano negli Stati Uniti d'America, nel Regno Unito, in India e in Giappone. In modo particolare, le donne indiane non sanno proprio rinunciare alla propria forma fisica: ben 4 su 10 sono attente alla linea.



E' inoltre importante tenere in considerazione che, i consumatori più propensi alla dieta sono anche quelli che fanno più attenzione al benessere e alla salute. Un aspetto, quest'ultimo, che proprio non può sfuggire agli operatori commerciali attenti alle dinamiche di consumo. Questa fascia di consumatori sarà, ad esempio, attenta a non fumare e sarà propensa all'acquisto di integratori alimentari.

Le persone impegnate a mantenere il proprio peso invariato, di solito, sono influenzate dai benefici derivanti dall'attività fisica e più propense a mangiare pasti cucinati a casa. Non si registrano comunque cali significativi per quanto riguarda i piatti da asporto. Questa tendenza apre molti spiragli positivi per tutti coloro che lavorano nel mondo della ristorazione, che possono proporre pasti surgelati e veloci anche per questo target. L'importante è che si stia attenti alla quantità di calorie del pasto.

Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda la sfera sociale e psicologica. Le persone a dieta o comunque attente al mantenimento del proprio peso sono maggiormente propense a stare in mezzo ad altra gente e a intrattenere relazioni pubbliche.

La ricerca condotta da Euromonitor dimostra come, spesso, le cose stiano in modo diverso da come l'opinione comune immagina.

Ad esempio sia gli uomini sia le donne preferiscono mirare al mantenimento del peso piuttosto che perdere chili. In tal senso sarebbero sicuramente apprezzate delle confezioni di cibo che indicano il valore calorico totale del piatto.

E' inoltre doveroso differenziare l'approccio in base al paese di riferimento. Ad esempio le strategie marketing da attuare in Francia e in Cina (paesi meno propensi alla dieta) dovrebbero essere diverse rispetto a quelle da mettere in pratica in Giappone e negli Stati Uniti d'America, dove la tendenza è opposta.

Il messaggio commerciale dovrebbe puntare a far capire a questo tipo di consumatori che utilizzare un certo tipo di prodotti dietetici significa non solo perdere peso più facilmente ma anche migliorare il proprio stato di salute.

Sia coloro che amano stare a dieta, sia coloro che preferiscono mantenersi in linea sono suscettibili al giudizio degli altri. A questo tipo di consumatori piace inoltre distinguersi dalla folla. Sarebbe pertanto positivo sfruttare questa consapevolezza all'interno di apposite campagne promozionali. In particolare, sarebbero molto utili delle pubblicità in grado di mettere in risalto quelli che sono i benefici sociali derivanti dall'utilizzo di un determinato prodotto.

Rielaborazione Fresh Plaza su fonte: www.blogeuromonitor.com