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Le tendenze 2015 per il settore retail

I dati dei clienti vanno protetti sempre meglio

Negli ultimi anni abbiamo assistito a numerosi e inquietanti casi di violazione della privacy. Come ha scritto Chain Store Age: "Dalla ricerca 2014 Identity Fraud Study è emerso che nel 2013 le persone che hanno subìto una frode sono state 13,1 milioni, con un incremento di oltre 500mila vittime rispetto all'anno precedente".

Ma non è solo una questione di numeri. Oggi i consumatori vanno sì alla ricerca di un'esperienza di shopping personalizzata e conveniente, ma vogliono anche che i loro acquisti siano sicuri e protetti. Ecco perché prevediamo che, nel 2015, i commercianti del settore retail dovranno lavorare sodo per cercare di ridurre al minimo i rischi per i propri clienti e fornire un'adeguata protezione dei loro dati.



Le strade da percorrere possono essere diverse. Una è quella della formazione, in modo che tutti siano consapevoli, all'interno di un'organizzazione, circa l'importanza che ricopre l'aspetto legato alla sicurezza dei dati. Anche selezionare accuratamente i propri fornitori e unire con loro le proprie forze per ridurre al minimo i rischi può risultare fondamentale.

Ad esempio in Australia commercianti e istituzioni finanziarie hanno stabilito che la forma di autorizzazione più sicura per un pagamento con carta di credito è il codice PIN e non la firma. Questo mette al sicuro i clienti soprattutto in caso di smarrimento della carta, poiché craccare un PIN è certamente un'operazione più complessa rispetto alla falsificazione di una firma.

"Due grandi trend del 2015 saranno la questione sicurezza, viste le numerose violazioni dei dati che hanno ormai raggiunto proporzioni epiche, e le soluzioni di pagamento, in particolare il pagamento EMV che entrerà in vigore dal 15 ottobre prossimo – ha detto Joe Skorupa, caporedattore e Retail Technology blogger del magazine RIS News – Tuttavia la maggior parte degli investimenti e degli sforzi sui progetti di IT (information technology) continuerà a concentrarsi sulla conversione verso l'omnichannel (cioè l'approccio alle vendite che include sia i canali online sia il mondo reale, NdR). Oggigiorno, infatti, non essere omnichannel significa perdere circa il 10% degli introiti. Praticamente per un rivenditore che incassa un miliardo di dollari, non avere una strategia di vendita omnichannel può costare 100 milioni di dollari".

Rielaborazione FreshPlaza su fonte: www.vendhq.com