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Fare agricoltura in modo sostenibile si puo': il progetto FruttPrint di OP Asso Fruit Italia

di Rossella Gigli - Chief editor/Manager FreshPlaza.IT

Trent'anni di storia: quale miglior modo di celebrarli se non quello di mostrare cosa voglia dire fare sistema del settore ortofrutticolo, anche per affrontare le sfide che attendono l'agricoltura e il mondo intero?

E' proprio quanto avvenuto in occasione del seguitissimo convegno "Agricoltura e Ambiente: nuovi modelli di sviluppo sostenibile", svoltosi venerdì 16 gennaio 2015 a Scanzano Jonico e organizzato da OP Asso Fruit Italia, prima realtà ortofrutticola aggregata della Basilicata, che ha appena celebrato i suoi 30 anni di storia.


La sala del convegno, presso l'Hotel Portogreco di Scanzano Jonico.

Era infatti il 1984 quando, grazie al carisma e alla lungimiranza del compianto Carlo Stigliano, prendeva vita Assobasilicata, poi trasformatasi in Asso Fruit e infine in Asso Fruit Italia, a denotare il passaggio da una dimensione solo regionale a una nazionale: oggi l'OP riunisce infatti imprese da diverse regioni del Meridione, quali Basilicata, Puglia, Calabria, Campania, ma anche Lazio e Liguria.


Foto di gruppo con la torta per i trent'anni della OP.

L'oggetto del convegno è stata la presentazione del progetto Carbon Footprint (denominato Fruttprint) sviluppato e concretizzato da Frutthera (braccio commerciale di OP Asso Fruit Italia) con il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, l'Università della Basilicata, lo spin-off accademico rappresentato dalla Agreenment srl e la società di consulenza economica Stea Srl.

Sono stati presi in esame, attraverso lo strumento della LCA (analisi del ciclo di vita), gli impatti ambientali delle produzioni di albicocca e fragola Candonga presso alcune imprese rappresentative della OP. L'analisi del ciclo vita ha permesso di individuare le fasi più critiche dal punto di vista energetico-ambientale del processo produttivo, al fine di attuare un successivo approccio al miglioramento.


Clicca qui per un ingrandimento.

Contabilizzando il proprio impatto in termini di emissioni di gas serra, attuando programmi di riduzione e comunicando agli utenti finali le azioni positive intraprese, l'azienda Frutthera potrà così rispondere alla crescente domanda del mercato di prodotti certificati a basso impatto ambientale.

L'intero processo ha impegnato per più di un anno e mezzo l'azienda Frutthera, ma i risultati sono degni di nota; ad esempio:
  • Per quanto riguarda la produzione di albicocca, la gestione innovativa del frutteto permette, attraverso un uso guidato e specifico dell'inerbimento e dei residui della potatura, di ridurre gli apporti del 40% delle materie di sintesi per la concimazione e fertirrigazione del frutteto.
  • Per quanto riguarda la fragola Candonga, la scelta di approvvigionarsi di piante entro i confini nazionali permetterebbe di ridurre la Carbon footprint da 0.422 a 0.257 g di CO2 per kg di fragole. Scegliendo inoltre del materiale biodegradabile su almeno il 30% dei campi di coltivazione per la pacciamatura si ridurrebbero i costi ambientali del 9.2%. In definitiva, l'azienda potrebbe ridurre le emissioni di CO2eq per la sola fase di campo dal 5 al 6%.


Altri accorgimenti per minimizzare l'impronta ambientale di queste produzioni riguardano la tipologia di packaging scelto, l'ottimizzazione della catena logistica, eventuali misure di compensazione, come la piantumazione di frutteti da gestire con pratiche sostenibili, l'acquisto di crediti sul mercato volontario delle emissioni (o altre azioni analoghe ad ambito internazionale) e, ancor più auspicabile, la collaborazione con le amministrazioni e gli enti pubblici (Comuni, Provincia, Regione, aree protette) per attuare azioni simili in territorio lucano, con ricadute sociali e ambientali a livello locale.

L'intero processo di analisi è stato verificato con esito positivo dall'Organismo di controllo e certificazione DNV GL nel mese di settembre 2014. Il progetto sarà in futuro ampliato anche a pesche, nettarine e uva da tavola.

Ulteriori informazioni sul progetto e su tutte le sue fasi sono disponibili al sito: carbon.frutthera.it

Resoconto dei lavori del convegno
Alla presenza e di numerosi rappresentanti di imprese ortofrutticole, organizzazioni agricole, autorità e dipendenti di OP Asso Fruit Italia, i lavori del convegno, coordinati da Rossella Gigli di FreshPlaza hanno preso le mosse dai saluti introduttivi di Francesco Nicodemo, Ceo Frutthera e presidente dell'OP Asso Fruit Italia.


Foto sopra, il tavolo dei relatori. Sotto: Francesco Nicodemo.



E' seguito l'intervento del Prof. Cristos Xiloyannis dell'Università degli Studi della Basilicata, il quale ha colto l'occasione per ricordare non solo lo stretto legame tra la tutela del suolo e la capacità di immagazzinamento idrico dello stesso, nonché di sequestro del carbonio, ma ha anche sottolineato il ruolo dell'Università della Basilicata nell'intercettare fondi pubblici in ricerca per 10 milioni di euro l'anno, che sarebbero stati altrimenti dispersi.


Prof. Cristos Xiloyannis

Il docente ha anche auspicato che il sistema di valutazione delle Università ai fini dell'assegnazione dei fondi MIUR venga ammodernato, ad esempio includendo (cosa che non accade oggi) la cruciale missione del trasferimento tecnologico dal mondo accademico a quello delle imprese attraverso brevetti, spin-off, incubatori e consorzi.



Il dott Egidio Lardo (Agreenment srl - in foto qui sopra) e Giovanni Stampi (Stea srl - in foto qui sotto) hanno successivamente illustrato i passaggi essenziali del progetto Carbon Footprint, specificandone la metodica, le misurazioni effettuate, i risultati e la policy di comunicazione che sarà perseguita. Quest'ultima include anche l'apposizione di uno specifico QR-code sulle confezioni di albicocche e fragole, che trasferirà ai consumatori le informazioni relative all'impatto ambientale di queste produzioni.



Ad Andrea Badursi, direttore generale della OP è stato affidato il compito di ricordare l'importante contributo dato al sistema economico regionale dall'unione in agricoltura: "Sfido qualunque impresa singola ad investire milioni di euro in ricerca come abbiamo fatto noi", ha dichiarato, aggiungendo "senza progetti integrati di filiera non si va molto oltre. Noi, invece, dopo trent'anni di storia continuiamo ancora ad immaginare il futuro, non solo per noi, ma per il territorio, per i nostri figli, per tutti".


Andrea Badursi

I vertici della OP hanno poi voluto tributare un riconoscimento alla vedova Filomena e alla figlia Alida del fondatore Carlo Stigliano, scomparso nel 2004, anno nel quale la OP attraversò il suo periodo più critico, risollevandosi poi solo con l'arrivo di Francesco Nicodemo alla guida di Asso Fruit Italia.


Il momento della consegna della targa in memoria di Carlo Stigliano. La targa recita: "La nostra memoria è un mondo più perfetto rispetto all'Universo: restituisce la vita a quelli che non esistono più".

Un riconoscimento è andato anche alla dipendente storica della OP Angela Ottomano (28 anni di servizio in azienda), rimasta in Asso Fruit anche quando le cose non andavano bene.


Il momento della consegna della targa ad Angela Ottomano. La targa recita: "Dietro ogni impresa di successo c'è qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa".

La parola è andata poi ai rappresentanti istituzionali locali: Vittorio Restaino, dirigente presso il Dipartimento ASREM Regione Basilica (in sostituzione del precedentemente annunciato Giovanni Oliva) e Michele Ottati, assessore regionale della Basilicata all'Agricoltura, Sviluppo Rurale ed Economia Montana.


Sopra: Vittorio Restaino; sotto: l'assessore Michele Ottati, il quale ha denunciato lo scarso grado di aggregazione (33%) nel settore ortofrutticolo lucano.



Sono intervenuti anche la senatrice Angela D'Onghia, l'On. Cosimo Latronico e il presidente Fedagri Giorgio Mercuri.


Giorgio Mercuri: "La storia che avete raccontato oggi dimostra che insieme si può fare molto".

Nelle sue parole in chiusura dei lavori, Giuseppe Castiglione, sottosegretario di Stato Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (in foto qui sotto) ha ringraziato tutti gli organizzatori e i convenuti per la giornata partecipata e stimolante.



Ha poi colto l'occasione per sottolineare come la carenza progettuale da parte della politica sia la prima causa dello spreco di denaro pubblico: "Scrivere le regole relative a come andranno utilizzati i fondi comunitari nei prossimi sette anni, ad esempio, non dovrebbe essere visto come un compito burocratico, bensì come atto di alta politica d'indirizzo, con una visione e una missione chiare. Per scrivere un PSR-Piano di Sviluppo Rurale forse non servono mille pagine; ne basterebbero cento, rendendo tutto più snello e ricordandoci che l'agricoltura del domani non può non guardare a ricerca e innovazione se vuole essere competitiva e se vuole rispondere a tutte le sfide più importanti che il nostro pianeta ha di fronte. Bravi dunque coloro che, come OP Asso Fruit Italia, nonostante le difficoltà della fase amministrativa, hanno comunque fatto qualcosa".