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Macedonia e Bosnia Erzegovina sospettate di export illegale

Importazioni russe in forte calo

Diversi paesi europei che non rientrano nell'embargo russo rischiano comunque delle sanzioni. La Russia infatti sospetta che siano in atto esportazioni illegali di prodotti comunitari e ha chiesto dei chiarimenti sui crescenti volumi esportati da queste nazioni. Nel frattempo, la Federazione è disposta a negoziare con la Moldavia sulla revoca delle sanzioni; in tal caso, il paese dovrà garantire che non verranno effettuate esportazioni illegali. I paesi dell'America Latina intravedono ancora del potenziale nel commercio con la Russia e anche il Libano esamina gli standard di esportazione.

Ai media russi, il primo ministro Medvedev ha dichiarato che è possibile che le sanzioni vengano estese, sottolineando che ad agosto 2015 le relazioni commerciali potrebbero quindi non riprendere normalmente. Medvedev ha però ammesso che non tutti i prodotti possono essere rimpiazzati.

In Europa, le conseguenze si sentono anche in settori non direttamente colpiti dall'embargo. A causa dei prezzi in calo dei prodotti agricoli, i produttori stanno rimandando gli investimenti, cosa che colpisce maggiormente i costruttori di macchinari. Anche nel settore della logistica non mancano gli effetti: i mezzi refrigerati utilizzati per inviare ortofrutta in Russia, ora vengono impiegati per altri prodotti; di conseguenza, si registrano prezzi più bassi per il trasporto verso la Russia.

Dimezzate le importazioni russe
I dati statistici del mese di ottobre 2014 mostrano che le importazioni di ortaggi raggiungono in valore i 62,7 milioni di dollari, contro i 33,8 milioni di dollari del mese di settembre 2014. Ad ottobre 2013, il valore delle importazioni era di 126,9 milioni di dollari, ovvero 64,2 milioni in più di quest'anno. Il valore dell'import di frutta, compresa quella secca, è diminuito dai 437 milioni di dollari del 2013 ai 345 milioni di ottobre 2014. I dati mostrano quanto sia difficile rimpiazzare tali importazioni.

Secondo diversi esperti, altri paesi con grandi volumi - come Cina e Turchia - non sono in grado di rimpiazzare i volumi di importazione perduti. E questo si riflette anche in termini di prezzo. Alcuni studi rivelano che le quotazioni sono aumentate del 30-40% e il 75% dei russi dichiara di aver visto i prezzi impennare.

D'altra parte, i supermercati indicano di essere riusciti a rimpiazzare le importazioni. La produzione locale e quella di Turchia e Azerbaigian vengono nominate tra le nuove offerte. Per una catena di supermercati come X5, l'embargo significa dover rimpiazzare il 25% della produzione orticola. Per determinate referenze, come lattuga Iceberg e porro, è più difficile trovare nuovi fornitori.

L'embargo rappresenta un'opportunità per la Polonia
I prezzi delle mele polacche Idared hanno raggiunto il punto più basso: tra 0,07 e 0,11 euro/kg, il minore degli ultimi 5 anni. La varietà era particolarmente popolare in Russia. Secondo le stime dell'Associazione mondiale per le mele e le pere (WAPA), il volume di Idared in Polonia ammonterà a 750.000 tonnellate, il 7% in più rispetto allo scorso anno. Tuttavia, secondo gli esperti, il boicottaggio offre anche delle opportunità per il settore: entrare in nuovi mercati e investire maggiormente nelle relazioni esistenti.

Macedonia e Bosnia Erzegovina chiamate a rapporto
Il servizio fitosanitario russo sospetta che Macedonia e Bosnia Erzegovina stiano esportando illegalmente produzioni europee. Alla Macedonia è stato chiesto un chiarimento sulle sue esportazioni: il paese deve provare che nessun prodotto europeo è stato esportato in maniera illegale. Stessa cosa è stata chiesta a Bosnia Erzegovina, Montenegro e Albania. Questi paesi dovranno affrontare possibili sanzioni se non riusciranno a convincere i russi che l'export è legale.

Revocate probabilmente le sanzioni alla Moldavia

Se alcuni paesi rischiano sanzioni, la Russia sta negoziando con la Moldavia la revoca di tali provvedimenti, imposti dopo la firma di un accordo di libero scambio con l'UE. Le sanzioni verranno revocate solo se la nazione prenderà le misure necessarie a prevenire le esportazioni illegali.

Perù: il principale esportatore dell'America Latina
L'Associazione peruviana dei produttori agricoli ha reso noto che il paese latino-americano guida le esportazioni ortofrutticole verso la Russia. L'embargo dovrebbe infatti facilitare l'incremento delle spedizioni peruviane di ben 10 milioni di dollari all'anno. Tra gennaio e giugno 2014, l'export è già aumentato del 16%; a fine anno si dovrebbe raggiungere un valore complessivo di 80 milioni di dollari. I prodotti vengono indirizzati principalmente alle città di Mosca e San Pietroburgo.

L'Ecuador intravede molte opportunità di crescita
L'ambasciatore ecuadoriano in Russia ha dichiarato che l'Ecuador utilizza il 20% del suo potenziale commerciale, avendo una rotta marittima diretta alla Russia tramite l'Oceano Atlantico, un viaggio di 21 giorni. Secondo l'ambasciatore, il valore commerciale ammonta a 1,5 milioni di dollari quest'anno, il 15% in più rispetto al 2013.

Il Kirghizistan esporta più mele
Secondo le ultime statistiche, le esportazioni dal Kirghizistan alla Russia mostrano un aumento negli ultimi 8 mesi. In particolare per le mele, il valore delle esportazioni ha raggiunto 85 milioni di dollari. In termini di volume si parla di 15.000 tonnellate. Inoltre si registra un export di 63 tonnellate di patate e cipolle, il 13% in più rispetto allo scorso anno.

Kaliningrad punta a coltivare mirtilli
La regione di Kaliningrad sta investendo nella coltivazione di mirtilli: i primi frutti raccolti arriveranno sul mercato a inizio 2015. La neo costituita società coltiva i piccoli frutti su un areale di 3,3 ettari. Secondo l'ideatore del progetto, sono disponibili solo mirtilli argentini e cileni. Nonostante non si conoscano i costi per produrre tali piccoli frutti, nella vicina Bielorussia un chilo di mirtilli rende 11-12 dollari.

Il Libano investe in export
L'Autorità per lo sviluppo degli investimenti del Libano ha pubblicato una relazione in cui sono fissati gli standard che i prodotti devono soddisfare per poter essere esportati in Russia. Igiene, ispezione dei prodotti, confezionamento e status degli importatori sono solo alcune delle richieste da soddisfare. La Russia rappresenta un mercato molto invitante per gli esportatori libanesi, che sperano di trarre profitto dall'embargo fissato per i paesi occidentali.

Cetrioli ucraini molto costosi
Il prezzo dei cetrioli in Ucraina tende sempre più al rialzo. Nell'arco di una settimana si è registrato un 70-80% in più con quotazioni di 1,68-1,86 dollari/kg. Si tratta del 50% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Prezzi e oscillazioni variano un po' da un mercato all'ingrosso a un altro, ma in generale i cetrioli risultano molto più costosi, il livello più alto registrato negli ultimi 10 anni. Dato che la stagione ucraina sta volgendo al termine e le importazioni vanno a rilento a causa di un instabile mercato di scambio della valuta estera, i prezzi tendono al rialzo.

Leggi qui tutti gli articoli relativi allo Speciale embargo russo.
Data di pubblicazione: