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Alla presentazione dell’Annata agraria 2014 organizzata dalla Cia a Ravenna

Denis Pantini (Nomisma): Consumi, l’evoluzione delle abitudini alimentari anche in funzione della nuova PAC

Alla presentazione dell'Annata agraria 2014, organizzata il 14 novembre scorso a Ravenna dalla CIA Confederazione italiana agricoltori, Denis Pantini, direttore dell'area agroalimentare di Nomisma, nella sua relazione ha affrontato diverse tematiche. Tra queste, un'evoluzione dei consumi alimentari che è "determinata non solo dalla crisi, ma anche da abitudini diverse, perché si mangia meno".

"In particolare - ha spiegato Pantini - non tutto diminuisce nella stessa maniera: alcuni prodotti, ad esempio, stanno crescendo nonostante la crisi. Così, a un calo dei consumi di vino (-5,6%) si contrappone un aumento dei prodotti benessere (+18,6%) e anche di uova e farina (+9,9%) perché le persone cucinano più spesso a casa".



"Inoltre - ha aggiunto Pantini - si compra ciò che serve e con le promozioni (vedi grafico sopra). Influisce anche la composizione della popolazione che invecchia, le coppie hanno meno figli, molti sono single e poi c'è la multietnicità".



Pantini ha evidenziato anche il fenomeno del "surfing" fra marche industriali e marche del distributore (vedi grafico sopra), con un decremento della fedeltà al brand industriale e ricorso alle private label, in un'ottica di "rinuncia alla marca, ma non a qualcuno che dia fiducia sulla qualità".



Da non sottovalutare, poi, la grande mobilità di insegna e tipologie di punto vendita, anche verso "nuove frontiere", come discount, e-commerce, e così via (vedi grafico sopra).



"Il risparmio non è l'unico driver - ha sottolineato Pantini - l’alimentazione è patrimonio della nostra storia e quindi non si rinuncia alla qualità e ad altri fattori che stanno acquisendo un ruolo determinante. E, se l'alimentazione torna a essere un'esperienza domestica, aumentano anche l'attenzione alla salute e al benessere e l'interesse per la sostenibilità e consapevolezza del rapporto cibo/salute e cibo/ambiente".

Oltre l'evoluzione dei consumi: la nuova PAC
Pantini ha ricordato come, dal 2015, saranno introdotti nuovi titoli per i pagamenti diretti. Diversamente da quelli attuali, saranno suddivisi in quattro componenti: base (58% del massimale), greening (30%), giovani (1%) e accoppiato (11%). Rispetto al valore dei titoli storici, i nuovi saranno ridotti, sia a causa del minor budget a disposizione, sia per la convergenza verso un valore medio a ettaro più uniforme a livello nazionale.

Saranno ammesse a pagamento tutte le superfici agricole. Per viticoltori e frutticoltori, che fino a oggi non hanno usufruito di pagamenti diretti, sarà possibile ricevere tali aiuti a condizione che l’ammontare complessivo per il 2015 e 2016 sia superiore a 250 euro per azienda.

In provincia di Ravenna, a oggi i beneficiari di pagamenti diretti sono circa il 60% delle aziende e l'80% della SAU provinciale. Ciò significa che esiste ancora una parte del tessuto produttivo al quale potranno essere estesi i pagamenti diretti.

Sul fronte dello Sviluppo rurale, l'Emilia-Romagna potrà godere di un ammontare di risorse superiore rispetto all'attuale periodo di programmazione. Le novità più importanti per l'agricoltura provinciale riguardano la certezza dei fondi per le assicurazioni agricole (200 milioni di euro annui), l’accessibilità alle misure per le grandi cooperative, il supporto alla costituzione di OP.

Per l'OCM Ortofrutta - che inizierà il percorso di revisione a partire dal 2015 - sono confermate risorse e misure di intervento.

L'agricoltura ravennate
L'agricoltura ravennate esprime il 12% delle aziende e l'11% della superficie agricola regionale. Rispetto al 2000, la superficie agricola provinciale è praticamente rimasta stabile (-0,5%), a fronte di un calo medio regionale del 6%.

La dimensione media delle aziende (13 ettari) è più bassa di quella regionale (quasi 15 ettari). Il valore aggiunto prodotto dall'agricoltura pesa per circa il 3,5% su quello totale provinciale e per poco meno del 13% su quello agricolo regionale (4° contributo di valore dopo Ferrara, Bologna e Modena).



Un terzo della superficie agricola ravennate è dedicata alle coltivazioni legnose e rappresenta al contempo il 30% della superficie a colture permanenti dell'Emilia-Romagna. Da tale forte specializzazione produttiva deriva il peso che l'agricoltura ravennate detiene nel comparto regionale e la presenza in provincia di alcune delle più grandi imprese cooperative ortofrutticole e vitivinicole a livello nazionale.



Qualche spunto per comprendere le prospettive future dell'agricoltura ravennate e nazionale arrivano anche dalla conoscenza del panorama competitivo. "Di fronte a certi dati (vedi figura sopra), l'unica possibilità - ha concluso Pantini - è intervenire su innovazione, concentrazione/aggregazione e internazionalizzazione".

Per maggiori info
Denis Pantini

Direttore area agroalimentare Nomisma
Tel.: (+39) 051 6483188
Email: denis.pantini@nomisma.it