Montagnine: le patate del Trentino che amano l’alta quota
E' su questi terreni che le cosiddette Montagnine - dalla forma irregolare e la buccia dal colore intenso - sono coltivate secondo un protocollo di autodisciplina dei produttori del Trentino che limita gli interventi di concimazione, promuove una difesa agronomica (e non chimica) rispettosa dell’ambiente e garantisce la tracciabilità del prodotto. Tra le regole previste figura anche l’obbligo della rotazione dei terreni, il "Quaderno di campagna" per la cronistoria delle coltivazioni e il controllo delle colture sul campo da parte di una Commissione appositamente istituita.
Questo prodotto delle Valli Giudicarie è caratterizzato da una forte versatilità e un gusto straordinario, dato da qualità organolettiche, ottenute anche grazie all’effetto dell'altitudine. Le Montagnine, che comprendono le vecchie e tradizionali varietà di montagna, sono infatti coltivate a una quota che spazia dai 450 fino ai 1.500 metri sul livello del mare.
Il forte legame con il territorio ne garantisce una produzione stagionale dall'autunno alla primavera. Degna di nota è anche la conservazione al naturale della Montagnina. Grazie all'altitudine delle zone di coltivazione, alle basse temperature invernali e alla selezione di alcune varietà precise, le Montagnine possono permettersi di essere conservate per lungo tempo al naturale, senza trattamenti con prodotti antigermoglianti chimici.
La patata è infatti un organismo vivo che, dopo un periodo di pausa, può far rispuntare in sé i germogli di una nuova pianta. Il lasso di tempo in cui la patata resta "dormiente" può variare da poche settimane fino ad alcuni mesi e, a ben vedere, la lunghezza di questo periodo è influenzata dall'ambiente di coltivazione, da quello di conservazione e dalle varietà.