Le piante si accorgono quando vengono mangiate e reagiscono!
Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell'Università del Missouri ha infatti stabilito che alle piante non piace essere mangiate.
In realtà più che di intelligenza, per quanto riguarda le piante, è meglio parlare di una serie di meccanismi interni dell'organismo simili al pensiero umano. Questi studi sul'’intelligenza vegetale non sono diretti a stilare una classifica in cui stabilire chi è più intelligente e chi meno, piuttosto servono ad offrirci una lettura di come gli altri organismi pensano e si comportano.
Nello specifico, lo studio è stato condotto sulla Arabidopsis thaliana: questa pianta, molto utilizzata nel campo delle sperimentazioni, fa parte della famiglia delle Brassicacee ed è quindi legata agli ortaggi come i broccoli, il cavolo verde, la senape, il cavolo. A differenza dei suoi cugini, però, questa pianta non è molto buona da mangiare. Gli scienziati conoscono il funzionamento interno dell'Arabidopsis molto bene, in quanto è stata la prima di cui hanno sequenziato il genoma.
Per stabilire se la pianta riesce a capire quando viene mangiata i ricercatori hanno per prima cosa riprodotto le vibrazioni generate da un bruco all'atto del consumo di foglie. Poi si è passati ad imitare altre vibrazioni naturali come, ad esempio, il rumore del vento.
Dall'esperimento è emerso che l'Arabidopsis, sottoposta allo stimolo delle vibrazioni, produce degli olii che invia attraverso le foglie per scoraggiare i predatori. Se ingeriti, questi olii risultano leggermente tossici. Le piante hanno mostrato una reazione eccezionale: tendevano ad emanare una maggiore quantità di olii quanto maggiori erano le vibrazioni che riproducevano un bruco nell'atto di sgranocchiare.
Tale ricerca è davvero promettente. Si potrebbe, ad esempio, favorire la crescita di alcune colture oppure la difesa da terminati attacchi parassitari semplicemente modulando le onde sonore!
Rielaborazione Fresh Plaza su fonte: modernfarmer.com