Giancarlo Minguzzi: come difendere la nostra peschicoltura?
"Occorre urgentemente riconvertirsi a cultivar affidabili, in modo da non bloccare la strada all'affermarsi di un'offerta di qualità; già da qualche anno, ma troppo lentamente, gli agricoltori stanno riconvertendo gli impianti."
"Un altro punto critico della filiera è la commercializzazione, che è troppo frammentata e troppo spesso indiretta. Le pesche e nettarine prodotte in Romagna, se aggiornate dal punto di vista varietale, non hanno da temere concorrenza; purtroppo c'è troppa frammentazione commerciale, con solamente una parte di aziende che cerca di coordinarsi il venerdì, per poi spesso vedere spegnersi ogni buon proposito il martedì, soprattutto quello che consentirebbe agli agricoltori di sopravvivere."
"Anche la GDO ci chiede di fornire una qualità di pesche e nettarine buona e costante, affinché il consumatore ritorni ad acquistare con fiducia (vedi il caso Melinda); a queste condizioni, la GDO deve considerare pesche e nettarine di Romagna un punto di forza del suo reparto frutta. Fruitimprese auspica un coinvolgimento più ampio della filiera, compresi gli intermediari che spesso hanno il rapporto commerciale con il cliente."
"Non dimentichiamo infine - conclude Minguzzi - che la peschicoltura nel nostro territorio crea un indotto importante, per cui chi è protagonista nella filiera ha grandi responsabilità."
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Fruitimprese Emilia-Romagna è l'associazione che riunisce le grandi imprese private commerciali dell'ortofrutta della regione per un fatturato di 900 milioni di euro/anno e il 60% di export.