Svizzera: WWF chiede maggiore impegno nel ridurre gli sprechi di cibo
Nelle singole catene del valore aggiunto - senza considerare quindi il consumatore finale - le perdite si registrano in diverse fasi del processo alimentare. Foodways Consulting GmbH ha analizzato, su incarico del WWF, in che stadio avviene la maggior parte di questi scarti. A questo proposito si è dovuto ricorrere a dati della Gran Bretagna, in cui va perso - come in Svizzera - un terzo di tutti gli alimenti. La Confederazione non dispone infatti di studi sulla questione.
Per le verdure il maggiore potenziale di risparmio risiede nel processo di produzione, in cui lo spreco, a seconda del tipo di ortaggio, varia dall'8% (insalata) al 32% (patate). In questo caso è determinante soprattutto lo scarto di verdura assolutamente commestibile, ma con imperfezioni estetiche.
Per questo è sempre più importante non solo che i consumatori riducano gli sprechi di cibo, ma anche che l’intera industria alimentare, dal contadino al punto vendita, si assuma la propria responsabilità in tal senso. Manca tuttavia la base legale per poter definire misure incisive in collaborazione con tutti gli attori rilevanti. La Svizzera infatti, a differenza di altri Stati quali Germania, Francia e Austria, non ha ancora stabilito alcun obiettivo per contrastare il food waste. Perciò il WWF invita le forze politiche a impegnarsi per ridurre gli sprechi alimentari di almeno il 50% entro il 2025.
Jennifer Zimmermann, responsabile del progetto Consumo presso il WWF Svizzera: "Solo se produttori, industrie di trasformazione e commercianti al dettaglio si impegneranno a perseguire un obiettivo comune riusciremo a risolvere questo problema."
La petizione è disponibile alla pagina web foodwaste.wwf.ch/it.