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L'esempio delle cooperative trentine

"Livio Fadanelli (FEM): "Come conservare le mele risparmiando energia e acqua"

Durante la seconda conferenza del World Food Research and Innovation Forum, svoltasi a SANA 2014, Livio Fadanelli, responsabile dell'Unità frutteto sperimentale e frigoconservazione del Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige, ha presentato le soluzioni adottate dalle cooperative ortofrutticole trentine durante il ciclo di conservazione delle mele in un'ottica di risparmio energetico e idrico.



Nella Provincia autonoma di Trento ci sono 60 magazzini tra cooperative e privati, per una capacità refrigerata totale di 2 milioni di metri cubi, 1.400 celle di conservazione (di cui il 97% in Atmosfera Controllata) e 26 sale di lavorazione e confezionamento.

Ogni anno si conservano in magazzino 479.000 ton di mele, 7.000 ton di kiwi, 3.500 ton di ciliegie, 3.000 ton di susine, 6.000 ton di altra frutta (fragole e piccoli frutti), oltre a 8.000 ton di patate e ortaggi e 1.700 ton di mais (granella)
 
Il caso della mela in Val di Non: 17 magazzini dell'OP Melinda
Le celle, realizzate con materiali ad elevato isolamento termico, sono di volume variabile da 1.000 a 4.000 metri cubi, con un coefficiente di carico in bins di 25 ton x 100 mc. Gli impianti di refrigerazione sono di tipo indiretto (NH3+glicole) e la conservazione avviene in Atmosfera Controllata (ULO-DCA), mirando sempre al maggiore risparmio energetico possibile.

Gli impianti frigoriferi
La sala macchine è centralizzata, a resa parzializzata, con funzionamento a circuito chiuso e accumuli di freddo in tank di capacità adeguata (15-40 mc). La condensazione è di tipo evaporativo (aria-acqua), a ciclo chiuso, mentre compressori a vite permettono una resa di potenza termica scalare integrati da specifico SW (software) per la gestione costante della pressione e della temperatura di condensazione.

Hardware e Software dedicati, inoltre, consentono il controllo dei picchi di assorbimento della corrente e la gestione ragionata delle utenze (celle, pompe, compressori, ecc.).

L'impiego energetico: il caso Melinda
Per raffreddare 10 ton di mele è necessaria una potenza di 1,39-1,62 KWh che, in fase di mantenimento in conservazione, si riduce però al 15-20% circa (0,28-0,32 KWh).

Nel periodo 2009-2014, per il periodo da agosto a giugno dell'anno successivo, i consumi energetici sono sono stati pari a 41-45 Mio/KWh, con un conferimento di mele variabile da 286.000 a 342.000 ton.

Il consumo in KWh per Kg di mele conservate è evidente nel grafico sottostante.

Consumi in kWh/Kg conferito.

Costo dell'energia elettrica per Kg di mele conservate e confezionate.

L'impiego dell'acqua: il caso di Melinda
L'acqua di tipo misto (piovana e di rete o di pozzo) è utilizzata in ciclo chiuso con accumulo e reintegro in vasca, da cui si alimenta sia la fase di condensazione degli impianti frigo che quella di sbrinamento nelle celle.

Dopo l'utilizzo, l'acqua torna nuovamente in vasca, dove si provvede al trattamento (conducibilità 600-700mS) e al reintegro di quella evaporata (55-60%). I consumi medi sono stimati da 20-45 metri cubi al giorno per magazzini di 18.000-25.000 ton di capienza.

Il risparmio energetico per punti
1) Contratto di fornitura e protocollo di gestione consumo di energia sono per fascia oraria (F1-F3), con prevalenza della fascia notturna (F3, vedi grafico sottostante).


Ripartizione dei consumi per fasce 2013/14: F1 0,077 euro/KWh; F2 0,079 euro/KWh e F3 0,059 euro/kWh.

2) La conservazione avviene con impianti ad accumulo di freddo e mantenendo nelle mele una bassa intensità respiratoria (Glicole+ULO-DCA, vedi grafico sottostante).


Respirazione delle mele a 0/+1°C.

3) Installazione di impianti fotovoltaici su ogni magazzino che permettono di autoprodurre il 9-13% dell'energia consumata (vedi grafico sottostante).



4) Adozione di soluzioni tecniche particolari in fase di rifacimento degli impianti, come ad esempio la sostituzione dei motori elettrici dei ventilatori con elettronici a regolazione e consumo proporzionale. "Costano di più - ha detto Fadanelli - ma in due anni si recupera l'investimento".

Il risparmio idrico per punti
1) Impiego di acqua a ciclo chiuso integrato (condensazione-sbrinamento-umidificazione).

2) Condensazione del fluido frigorigeno NH3 di tipo evaporativo misto aria/acqua.

3) Controllo e trattamento "ragionato" anticalcare dell’acqua impiegata.

4) Soluzioni tecniche particolari, come condensazione di tipo variabile o trattamento dell'acqua per osmosi inversa che offre risparmio idrico abbattendo la conducibilità dell'acqua, senza reintegri frequenti.
Uno stabilimento con impianto a condensazione variabile consente un risparmio energetico del 23% (kWh) e idrico del 10%.

Per maggiori info: livio.fadanelli@fmach.it