Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
A seguito dell'appello di FreshPlaza

I pareri di alcuni operatori sulla (necessaria) fiera italiana dell'ortofrutta

In risposta all'appello di ieri di FreshPlaza affinché il settore ortofrutticolo manifesti con chiarezza la sua posizione sulla creazione di una fiera realmente rappresentativa e a dimensione internazionale in Italia (leggi qui), abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo alcuni primi pareri:

Enzo Zampieri
, lettore di prima data di FreshPlaza, nonché operatore che ha vissuto gli ultimi anni nel settore ortofrutticolo, lavorando per un'azienda milanese che proponeva sistemi per la personalizzazione del prodotto, ci scrive: "Mi piace la Vostra presa di posizione, a mio parere è giusto dare un'impronta internazionale al settore. La sede della fiera dell'ortofrutta non è importante; piuttosto, dato il ruolo che riveste questo settore, è necessaria una location internazionalmente valida, non più legata a campanilismi o alla storicità o convenienza delle aziende. Bologna potrebbe costituire una buona scelta. L'unica alternativa possibile, se proprio si volesse mantenere la sede a Pievesestina di Cesena, sarebbe quella di investire nella creazione di servizi e aeroporti in grado di accogliere flussi di visitatori da ogni parte del mondo."

Da parte sua, Egidio Mordenti, Direttore Ortofrutta di Terremerse Soc. Coop. dichiara: "Sono fra gli espositori che si sono espressi per lo spostamento del Macfrut a Bologna nel 2015 e per la relativa sinergia con il Sana. Vorrei però sottolineare che le opzioni proposte in realtà erano solo due, in quanto per mantenere la base organizzativa a Cesena si è escluso Milano, perché non disponibile a 'noleggiare' i padiglioni ad uno staff organizzativo diverso dal suo. Quindi si è parlato di Rimini e di Bologna... oppure di rimanere a Cesena, anche se sono già diversi anni che molti espositori, noi compresi, segnalano l'inadeguatezza di Cesena e la necessità di cambiare anche modi e contenuti, ma purtroppo per tanti anni si è fatto finta di non vedere.

"Quello che veramente dispiace - prosegue Mordenti - è che come succede spesso in Italia siamo stati i primi nel mondo per tanti anni, con una manifestazione che era unica per dimensioni e innovazioni presentate; poi quando è stato il momento di fare un vero salto di qualità e adeguarsi al mutare delle condizioni siamo rimasti ancorati a interessi locali. Nel frattempo, siamo stati superati da Berlino e Madrid, per citare solo le manifestazioni europee..."

Secondo il manager, un vero "sistema ortofrutta", in Italia, non esiste: "Rimaniamo divisi su tutto, e anche il Governo non sa che pesci prendere. A mio avviso, se davvero vogliamo una manifestazione unica, importante e internazionale, facciamo pressione sul Ministro in modo che copi il modello spagnolo, si chiudano tutte le manifestazioni locali e si promuova, con fondi adeguati, una manifestazione unica a Roma o Milano!"

Rammarico per l'incapacità di uscire dalle solite polemiche o beghe delle singole amministrazioni circa l'organizzazione di un evento fieristico di valenza internazionale è stato espresso da Bruno Gagliardo della Agritenax s.r.l., il quale ricorda cosa accadde in passato nel settore floricolo: "Già dai lontani anni '90, nel settore (allora in pieno sviluppo) della floricoltura italiana, si creò una contrapposizione tra le amministrazioni degli enti fiera di Padova e Milano, per accaparrarsi il business dell'evento... alla fine credo che il risultato sia sotto gli occhi di tutti. Dobbiamo imparare dai nostri errori, senza cadere in egoismi distruttivi, tanto più in un contesto dove l'Europa esprime fiere di altissimo livello. Se la politica lasciasse ai professionisti del settore la possibilità di gestire un appuntamento così importante senza interferenza alcuna, forse si potrebbero raggiungere gli obiettivi evidenziati nel tuo appello e sicuramente condivisi dalla maggioranza degli operatori."

Lancia una provocazione scherzosa Maurizio Ventura, Regional Licensing Manager Europe della Sun World International, LLC: "Facciamo la nostra fiera a Madrid, in contemporanea con Fruit Attraction, a metà ottobre. La logistica è ottimale, direi. Fruit Attraction occupa 3 padiglioni della Fiera di Madrid, noi italiani ne prendiamo altri 3 e siamo a posto. I visitatori sono già presenti e noi ne portiamo altri. Così sarebbe veramente una fiera che si potrebbe definire "International"!"

"A parte gli scherzi - scrive Ventura - io capisco le ragioni di chi ha creato una Fiera dal nulla e l'ha portata al successo, come pure le ragioni economiche sull'importanza dell'indotto per un territorio. Ma la vera domanda, che nessuno sembra si stia facendo, è: qual è l'obiettivo che vogliamo raggiungere? Promuovere l'ortofrutta italiana? Attirare visitatori perché facile da raggiungere? Non perdere l'indotto generato dalla fiera?"

"Mi sembra tra l'altro che nessuno abbia sottolineato l'importanza del quando farla. A febbraio c'è Fruit Logistica. A settembre Asia Fruit Logistica. Ad ottobre Fruit Attraction e il PMA in America. Ai primi di maggio non andava più bene. Perché Macfrut non è stato spostato a metà giugno? Probabilmente un motivo ci sarà, ma io proporrei metà giugno, così nel week-end i visitatori possono andare al mare sulla Riviera Romagnola. Per la logistica, infatti, io manterrei Cesena, anche se l'assenza di un aeroporto vicino non aiuta. Mi permetto di suggerire però che, come minimo, la Fiera di Cesena dovrebbe 1) fare dei pavimenti decenti, 2) rifare i bagni."

Francesco Donati, presidente della Sezione Frutticola di Confagricoltura Ravenna, sottolinea: "Il settore frutticolo nazionale pare comportarsi come i capponi di Renzo di manzoniana memoria. Sognare l'organizzazione frutticola di altre entità europee - Catalogna, Francia, Belgio, ecc. - o sognare eventi fieristici tipo Berlino o Madrid rischia di rimanere, per l'appunto, solo un sogno. Bologna potrebbe essere un'idea a livello logistico (aeroporto, TAV) ma bisogna anche pensare di dare al tutto un'impronta più moderna e un impianto convegnistico di taglio diverso, con meno meeting ma di alto livello."

Che fare allora? Secondo Donati: "E' necessario un cambio culturale ed imprenditoriale, anche perché i dati statistici dicono che abbiamo perso e stiamo tuttora perdendo il consumatore a favore di altri competitors; nonostante il basso prezzo della frutta italiana (e ben consapevoli che non sia certo il prezzo la discriminante all'acquisto) la maggioranza dei nostri prodotti non presenta più alcun tipo di appeal. Mi chiedo: vogliamo cominciare a ricostruire il prodotto e la filiera? Di idee ce ne sarebbero anche; purtroppo appare estremamente difficile portarle avanti e realizzarle."

Ci è giunto anche il parere di Donato Lucia della ditta Norcom, il quale ha ricordato che: "Bisogna tenere a mente che la nostra fiera dell'ortofrutta deve essere una vetrina internazionale con tutto ciò che ne deriva in termini di logistica ed organizzazione. Basta particolarismi, è una questione che riguarda tutta la filiera, da Nord a Sud, e la (buona) politica deve essere coinvolta. Esorto tutti ad avere forza e coraggio per perseguire l'obiettivo."

Dall'estero, e precisamente da Almería (Spagna), ci scrive Moreno Fiorini, direttore dell'azienda InterFrut-Sur, per dirci: "La nostra azienda è spagnola, però i nostri principali clienti sono italiani. Il nostro interesse è quello di presentare i nostri prodotti in una fiera italiana di rilievo, ad esempio in una città come Bologna, che offre servizi e collegamenti in tutta Europa. Da parte nostra, perciò, c'è pieno consenso e disponibilità ad un passaggio simile, che riteniamo importantissimo per dare vita ad un evento fieristico di settore, indiscutibilmente necessario, che sia gestito nel modo migliore."

Esortiamo tutti coloro che hanno da esprimere un parere su questo tema, a farsi sentire, perché non è più tempo di nicchiare: il 2015 si avvicina a grandi passi e ancora non abbiamo un appuntamento univoco per l'ortofrutta italiana.

Come indicato da Renzo Piraccini, vicepresidente di Cesena Fiera (vedi articolo correlato), tutti gli espositori di Macfrut potranno esprimere il proprio parere scrivendo, entro il termine del 26 settembre 2014, via mail a: macfrut2015.sondaggi@gmail.com

Tutti gli altri possono inviare la loro opinione a: rossella@freshplaza.it