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Marocco: retribuzioni da fame per i raccoglitori di pomodoro

Un nuovo rapporto della Fairfood International ha posto sotto i riflettori le retribuzioni da fame dei lavoratori impiegati nel settore marocchino dei pomodori: il prodotto viene raccolto da decine di migliaia di lavoratori che non vengono pagati adeguatamente. A ricavarne profitto sarebbero le catene europee di supermercati.



Il rapporto della Fairfood intitolato "The fruits of their labour – The low wages behind Moroccan tomatoes sold in European supermarkets" è stato pubblicato il 9 settembre 2014 ed è basato su un progetto di ricerca condotto nella regione di Souss Massa Drâa, una delle principali fonti di approvvigionamento di pomodori per i supermercati europei durante i mesi invernali.


Il percorso che i pomodori seguono dal Marocco alla UE.

Il rapporto si aggiunge alla campagna Livin Wage, che promuove una retribuzione dignitosa del lavoro come essenziale diritto umano.

I temi chiave del rapporto sono:
  • In inverno, Tesco, Sainsbury's, Albert Heijn e altre catene europee di supermercati metotno in vendita pomodori provenienti dal Marocco
  • Questa merce viene raccolta e confezionata da decine di migliaia di lavoratori marocchini, per lo più donne, retribuiti molto poco.
  • I lavoratori guadagnano tra i 5 e gli 8 Euro al giorno, mentre il costo della vita è di 15 Euro al giorno; vivono dunque in povertà.
  • I supermercati possono influenzare la scelta dei consumatori e le condizioni in cui il cibo è prodotto.
  • La Fairfood invita pertanto i supermercati ad utilizzare il proprio potere negoziale al fine di assicurare una giusta retribuzione ai lavoratori.
Clicca qui per scaricare il rapporto completo (PDF)

Testo e traduzione FreshPlaza. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: