Quali possibili destinazioni alternative per l'Italia dopo il bando russo? Risponde il CSO
La Russia ha assorbito, mediamente in questi anni, circa il 3% dell'export ortofrutticolo italiano. Per fare questa valutazione in modo attendibile è inoltre necessario tenere presente che molto spesso il prodotto italiano destinato alla Russia viene triangolato dalla Lituania e successivamente esportato in Russia. La quota destinata a questo Paese sale quindi presumibilmente attorno al 4% del totale. In termini di valore, le esportazioni italiane di ortofrutta mediamente rappresentano oltre 80 milioni di euro all'anno.
Per valutare inoltre i riscontri negativi dell'embargo sulla commercializzazione delle produzioni italiane, è necessario considerare le esportazioni verso il mercato russo da parte dei nostri principali Paesi competitori, che non potendo anch'essi accedere a questo mercato, molto probabilmente riverseranno parte delle loro produzioni su altre destinazioni, prima meno penetrate, con la probabile conseguenza di un eccesso di offerta.
L'importanza del mercato russo diviene significativa soprattutto per alcune specie frutticole. Negli ultimi sette anni i principali prodotti esportati in Russia sono stati mele, uva da tavola, kiwi, pesche e nettarine, pere e susine.
Italia: esportazioni dei principali prodotti frutticoli verso la Russia (tonnellate)
Fonte: elaborazione CSO su dati Istat
Diventa quindi imperativo analizzare quali sono i mercati in crescita, con la maggiore domanda di questi prodotti.
Partendo dal kiwi ,tra i mercati più interessanti in questi ultimi anni troviamo senza dubbio quelli asiatici, in particolar modo, Cina, Hong Kong, ma anche Malesia, Singapore, Taiwan che si trovano in una fase positiva di aumento delle importazioni.
Importazioni di kiwi, in quantità (tonnellate)
Fonte: FAO
Italia: esportazioni di kiwi verso l'Estremo Oriente, in quantità (tonnellate)
Fonte: Istat
Anche l'Italia in questi anni ha potenziato la propria presenza su questi mercati, con spedizioni che sono salite da circa 6.300 tonnellate nella campagna 2007/08 a 13.700 tonnellate nella stagione 2012/2013, registrando un +118%
Sempre rimanendo in ambito kiwi rimane interessante il Nord America, che vede importazioni complessive di kiwi che passano da circa 71.000 ad oltre 78.000 tonnellate nel 2011.
Importazioni di kiwi, in quantità (tonnellate)
Fonte: FAO
Italia: esportazioni di kiwi verso il Nord America, in quantità (tonnellate)
Fonte: Istat
L'Italia è arrivata ad avviare verso questa destinazione quasi 30.000 tonnellate di prodotto contro le 14.000 tonnellate spedite nella campagna 2007/08.
Tra le altre destinazioni si segnala il Brasile, dove i dati disponibili sulle importazioni complessive aggiornati al 2011, evidenziano una crescita che porta i quantitativi da 7.000 tonnellate del 2005 a 25.000 tonnellate. L'export italiano di kiwi è salito da qualche migliaio di tonnellate di pochi anni fa alle attuali 10.000 tonnellate medie. Non deve infine essere tralasciata tutta l'area del Medio Oriente, che assorbe recentemente circa 10.000 tonnellate di kiwi italiano.
Per le mele la situazione è molto simile a quella del kiwi; anche la mela infatti è un prodotto che, grazie alla spinta e alla capacità commerciale delle aziende, è arrivato veramente a penetrare tutte le principali destinazioni al mondo. L'export italiano verso la Russia era peraltro in calo, fermandosi nel 2013 a circa 18.000 tonnellate. Le esportazioni annuali di mele dall'Italia sono arrivate in alcune stagioni a superare largamente le 900.000 tonnellate.
Sono soprattutto le aree del nord Africa e del Medio Oriente ad assorbire quantitativi in crescita di mele.
Importazioni di mele, in quantità (tonnellate)
Fonte: FAO
Italia: esportazioni di mele verso il Nord Africa, in quantità (tonnellate)
Fonte: Istat
Le esportazioni di mele verso il Nord Africa sono cresciute velocemente ad oltre 100.000 tonnellate e nel Medio Oriente, in particolari annate, hanno sfiorato le 60.000 tonnellate.
Italia: esportazioni di mele verso il Medio Oriente, in quantità (tonnellate)
Fonte: Istat
Spostandoci sulle pere, le aree che sembrano mostrare più interesse sono il Nord Africa, con Algeria e Libia, il Medio Oriente, soprattutto Emirati Arabi. Per particolari produzioni, anche il Brasile rimane un'area interessante.
Importazioni di pere, in quantità (tonnellate)
Fonte: FAO
Per quanto riguarda prodotti come pesche e nettarine, susine e uva da tavola, chiaramente le opportunità di esportazione sono ridotte verso paesi più prossimi all'Italia. Si rimane quindi nell'area nordafricana e mediorientale, ma in questo caso sarà necessario cercare di valorizzare il prodotto nelle aree più tradizionali, come il Nord Europa.
Infine, per creare nuove opportunità di export sono da tenere costantemente monitorati paesi come Vietnam ed Indonesia che potrebbero permettere nel giro di un breve periodo di iniziare ad esportare i nostri prodotti in due mercati che assieme contano 350 milioni di persone.
Non va inoltre dimenticato tutto l'Estremo Oriente per mele e pere, area al momento ancora non accessibile per le nostre produzioni.
Solo per fare un esempio, nella tabella sotto riportata sono state esplicitate le importazioni di mele da alcuni di questi paesi, che vedono una significativa e crescente domanda di prodotto.
Importazioni di mele, in quantità (tonnellate)
Fonte: FAO
Come si diceva precedentemente queste destinazioni, ad eccezione di Hong Kong, sono chiuse all'esportazione di prodotto italiano a causa dell'esistenza di barriere fitosanitarie. Tuttavia, dimostrandosi mercati sempre più interessati alle nostre produzioni, già da tempo sono stati presi contatti ed informazioni per arrivare alla definizione delle condizioni fitosanitarie che ne permetteranno l'accesso.
La conoscenza di tutti i paesi diventa pertanto indispensabile per sviluppare nuove opportunità; il CSO-Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara, proprio per monitorare i mercati, ha appena lanciato un nuovo progetto chiamato Mappatura, che avrà come obiettivo quello di studiare tutti questi paesi emergenti per favorire il processo di internazionalizzazione delle imprese italiane produttrici di ortofrutta. A tal fine sarà realizzata una mappa interattiva che potrà aiutare le nostre imprese ad avere un quadro generale dei nuovi mercati, analizzando per ciascun paese tutte le informazioni chiave.