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Ogni anno nel mondo si sprecano 1,4 miliardi di tonnellate di cibo

Ogni anno il pianeta spreca quasi un terzo dei suoi prodotti alimentari: secondo uno studio delle Nazioni Unite del 2011, che ha valutato le reti alimentari in 152 paesi, si parla di 1,4 miliardi di tonnellate.


Dall'alto in basso: la quantità iniziale di cibo destinata al consumo umano; quindi le perdite in Agricoltura e allevamento; Post-raccolta; Trasformazione; Distribuzione; Consumo. Da sinistra a destra, i prodotti: Cereali, Radici e tuberi, Colture oleaginose e leguminose; Frutta e verdura; Carne; Pesce; Latticini. (Clicca qui per ingrandire l'immagine, Credits: Katie Peek).

Entro il 2050, il pianeta dovrà nutrire una popolazione mondiale di 10 miliardi di persone: con questo dato incombente, organizzazioni come le Nazioni Unite, il Natural Resources Defense Council e il Food Tank stanno collaborando per rendere più efficiente il sistema alimentare nelle sue fasi.

Agricoltura
Le perdite nel settore agricolo riguardano in particolare i Paesi industrializzati, dove gli agricoltori spesso sono costretti alla sovrapproduzione, per poter garantire una fornitura costante ai distributori. Con una migliore etichettatura degli alimenti, utilizzando ad esempio una data di scadenza, i mercati potrebbero mantenere le loro scorte più a lungo e attenuare la pressione sugli agricoltori.

Post-raccolta
Al contrario, le perdite di prodotti agricoli in post-raccolta sono un problema soprattutto per i Paesi in via di sviluppo, dove le infrastrutture sono meno moderne ed efficienti. Le Nazioni Unite hanno valutato come un semplice miglioramento della viabilità consentirebbe alle merci deperibili non refrigerate di arrivare sul mercato più velocemente, riducendone il deterioramento. Anche gli investimenti in impianti di frigoconservazione sarebbero ovviamente utili a ridurre le perdite.

Trasformazione
I Paesi in via di sviluppo perdono la maggior parte della loro frutta e verdura nella fase di lavorazione perché è troppo costoso mantenere strutture abbastanza grandi necessarie a gestire i grandi flussi di prodotti stagionali. Se i proprietari degli impianti di trasformazione pianificassero in anticipo le produzioni con le singole aziende, tempistiche e quantitativi potrebbero essere meglio gestiti.


I Paesi in via di sviluppo sprecano più cibo degli industrializzati, prima fra tutti l'Asia. Europa e Russia al terzo posto, anche se con molti meno abitanti.

Distribuzione
Per evitare che i prodotti pronti negli impianti di trasformazione restino senza collocazione, sono allo studio nuove applicazioni di telefonia mobile, che possono individuare i punti vendita nelle vicinanze disponibili a ricevere determinate spedizioni.

Consumo
I consumatori dei Paesi industrializzati sprecano fino a cinque volte in più il cibo rispetto a quanto accade nei Paesi in via di sviluppo. Solo negli Stati Uniti questo si traduce in 35 milioni di tonnellate di cibo che ogni anno finiscono in discariche e inceneritori.

Nel Regno Unito, una campagna di sensibilizzazione rivolta alle famiglie ha tagliato gli sprechi del 20%, incoraggiando l'abitudine ad effettuare pochi acquisti ma più frequentemente.

Il futuro della conservazione degli alimenti

Per affrontare il problema dei rifiuti alimentari, il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti e la Worrell Water Technologies hanno sviluppato un prodotto che estende la frigoconservazione di frutta e verdura fino a cinque settimane. Si tratta del Curoxin, un disinfettante brevettato che, sotto forma di vapore, protegge il cibo all'interno delle confezioni.

In questo modo, perdite di acqua e sviluppo di funghi sono rallentati in modo significativo mantenendo la compattezza, il colore e il gusto degli alimenti. Attualmente in osservazione, il Curoxin dovrebbe essere disponibile dal 2015.