Coldiretti: con +0,4% di PIL, l'agricoltura appare in controtendenza
Nell'Italia in recessione l'agricoltura - sottolinea la Coldiretti - è l'unico settore che ha fatto segnare fondamentali economici positivi sul piano economico ed occupazionale, dove si registra un aumento dell'1,8 nel totale degli occupati, con un +5,6 per cento tra i dipendenti, nel secondo trimestre dell'anno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
"Anche se forti preoccupazioni si nutrono per i risultati del terzo trimestre fortemente condizionato dal maltempo che ha colpito i raccolti e stravolto i consumi a tavola, l'agroalimentare si conferma un settore strategico per far tornare a crescere l'Italia", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che "il Paese deve puntare su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l'arte, il cibo e la cucina".
Aumentano le assunzioni
Crescita record anche per le assunzioni in agricoltura nel secondo trimestre del 2014 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: + 27,6% al nord e +28,6% al centro, mentre si registra un calo nel sud Italia (-8,3%).
Si stima peraltro - precisa la Coldiretti - che abbia meno di 40 anni un lavoratore dipendente su quattro assunti in agricoltura, dove si registra anche una forte presenza di lavoratori giovani ed immigrati. Un segnale incoraggiante per battere la disoccupazione viene anche dall'aumento del numero di imprese agricole condotte da giovani under 35, che nel secondo trimestre sono salite a 48.620 unità con un aumento del 2,6 per cento rispetto al trimestre precedente.
"Le campagne possono offrire prospettive di lavoro sia per chi vuole intraprendere con idee innovative che per chi vuole trovare una occupazione anche temporanea", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che "l'esperienza dimostra che molti giovani hanno saputo riconoscere ed incarnare le potenzialità del territorio trovando opportunità occupazionali, ma anche una migliore qualità della vita".
"Quello che ancora manca - ha concluso Moncalvo - è una giusta redditività, con i prezzi pagati agli agricoltori che non riescono spesso a coprire neanche i costi di produzione anche per colpa delle distorsioni di filiera e alla concorrenza sleale dovuta alla mancanza di trasparenza nell'informazione ai consumatori che permette di spacciare come Made in Italy prodotti importati".