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Aggiornamenti sulla situazione nei paesi europei colpiti dall'embargo russo

L'Unione Europea (UE) e l'Unione Economica Eurasiatica (UEE) si sono incontrate a Minsk, capitale della Bielorussia, per parlare della crisi scatenata dalla situazione in Ucraina. Purtroppo però, i punti di vista sono talmente diversi che al momento sembra non esserci alcuna soluzione.

La UEE verrà stabilita ufficialmente nel 2015 e comprenderà Russia, Bielorussia e Kazakistan, agendo come una specie di controparte all'UE. Secondo Putin, anche l'Ucraina sarebbe dovuta entrare a farne parte, ma lo stato è diviso tra UEE e UE, questione che è alla base dell'odierno conflitto.

Nel frattempo, i paesi europei stanno tentando di trovare delle soluzioni per alleviare gli effetti delle sanzioni.

Le conseguenze dell'embargo in cifre
Le cifre disponibili riguardo i danni causati dall'embargo russo variano di molto, a seconda della fonte. E' difficile calcolarne gli effetti totali ma, guardando i dati degli anni precedenti, è possibile farsi un'idea delle esportazioni europee verso la Russia. L'associazione Freshfel Europe ha calcolato volumi e valori delle esportazioni basandosi sui database Eurostat/Comtrade.

Le esportazioni totali dall'Unione europea alla Russia sono aumentate considerevolmente dal 2011. In quell'anno, l'UE ha esportato 1.952.640 tonnellate di frutta e verdura in Russia per un totale di 1,5 miliardi di euro. Due anni dopo, nel 2013, le esportazioni sono aumentate a 2,3 milioni di tonnellate per quasi 1,9 miliardi di euro: la Russia è dunque arrivata ad assorbire più di un terzo delle esportazioni europee. Questi dati mostrano anche come la Russia non stia cercando una posizione di indipendenza rispetto all'occidente.

Il paese importa moltissime mele, che sono assai apprezzate. Nel 2013, l'UE ne ha spedite 1.790.448 tonnellate. Il secondo prodotto sono i pomodori (210.838 tonnellate), seguiti da pere (192.915 tonnellate) e pesche e nettarine (166.991 tonnellate). Mentre sono aumentate le esportazioni di pomodori e mele, le spedizioni si pere, pesche e nettarine sono invece diminuite rispetto al 2012.

Per quanto riguarda i ritorni generati dalle esportazioni verso la Russia, i prodotti in cima alla lista sono gli stessi: le mele hanno fruttato all'Europa 482 milioni di dollari e i pomodori 292 milioni di dollari. Per quanto riguarda pere e pesche/nettarine, si parla rispettivamente di 224 e 245 milioni. Solo i pomodori hanno fatto guadagnare più dell'anno precedente.

I Paesi Bassi si concentrano sui nuovi mercati

Il segretario di stato olandese Sharon Dijksma ha inviato una lettera alla Camera Bassa sulle misure prese dal governo e con i dettagli su come i 125 milioni di aiuti comunitari verranno distribuiti e sugli sforzi da fare per trovare altri mercati. Per questo motivo, ambasciate e consolati devono fornire informazioni su leggi e regolamenti relativi all'accesso ai propri paesi e assistenza per l'ottenimento di nuovi contratti.

Il ministro crede che il Fresh Summit porterà nuove opportunità e il governo vuole approfittare delle recenti missioni commerciali in Sudafrica, Vietnam e Indonesia.

Inoltre, le autorità fiscali olandesi saranno più flessibili con le aziende danneggiate dall'embargo.

Il Belgio sta in attesa
I produttori belgi stanno chiedendo sostegno da parte del loro governo per penetrare in nuovi mercati di esportazione come Stati Uniti e Canada, tra gli altri. Nonostante infatti lunghe negoziazioni già in atto con questi due paesi, le frontiere rimangono ancora chiuse. In aggiunta, il settore vuole ottenere informazioni più chiare e dettagliate sullo schema di compensazione proposto dalla UE. Solo sulla base di queste informazioni, i produttori del Belgio decideranno se procedere con i raccolti oppure no.


La Spagna quantifica le perdite

In Spagna, le cifre pubblicate mostrano l'entità dei danni, stimati in 337 milioni di euro. Contando anche i danni indiretti, l'organizzazione spagnola COAG parla di perdite intorno a 1,2 miliardi di euro.

La Spagna occupa il sesto posto nella lista dei paesi più danneggiati dall'embargo dopo Lituania, Polonia, Germania, Paesi Bassi e Danimarca. Le esportazioni spagnole totalizzano 234 miliardi di euro l'anno e quelle destinate verso la Russia rappresentano solo lo 0,14%, secondo le autorità spagnole, che ritengono ci siano altri paesi più in difficoltà di loro. Il ministro richiede comunque l'aiuto di Bruxelles.

I commercianti greci assorbiranno le pesche originariamente destinate alla Russia
Secondo i commercianti del Mercato Centrale di Atene, gli abbondanti volumi di pesche greche originariamente destinati alla Russia finiranno sul mercato nazionale a un prezzo ultra-favorevole per i consumatori, ma anche con condizioni buone per i produttori danneggiati dall'embargo.

"Il Mercato Centrale di Atene ha sempre sostenuto i produttori in tempo di crisi, contribuendo a movimentare i prodotti agricoli a condizioni eque", è stato annunciato.

"I prodotti agricoli (pesche in particolare) originariamente destinati al mercato russo sono stati ispezionati e la qualità è ottima. Saranno utilizzati per coprire la domanda estiva del paese".

Polonia interessata alla Bielorussia

Il ministro polacco dell'agricoltura ha dichiarato: "Siamo alla ricerca di nuovi mercati, in particolar modo Stati Uniti e Canada, ma vogliamo anche stringere i rapporti con la Bielorussia, mediante investimenti su infrastrutture e tecnologia."

La Polonia sta infatti cercando investitori per istituire impianti di lavorazione di frutta, verdura, carne e pesce in Bielorussia. I prodotti potranno poi essere piazzati sul mercato bielorusso in modo che questo possa aumentare le proprie esportazioni. Secondo la Bielorussia, questa cooperazione sarebbe possibile senza violare gli accordi in atto con la Russia.

Certamente, a soffrire di più per il bando alle esportazioni saranno i produttori polacchi di mele, principale voce dell'export frutticolo verso la Russia. Per ovviare a ciò, si sta studiando la possibilità di incrementare la produzione di succo di mele (cfr. FreshPlaza del 27/08/2014). D'altra parte, il surplus di offerta potrebbe generare problemi per altri paesi europei produttori di mele; non solo perché i polacchi potrebbero cercare nuovi sbocchi commerciali nella UE, ma anche per la maggiore convenienza in termini di prezzo della loro frutta.

Diversamente, il settore dei broccoli e dei cavolfiori potrebbe risentire assai meno dell'embargo, visto che già buona parte della produzione polacca viene esportata verso l'Europa occidentale; inoltre, i nutrizionisti vogliono promuovere il consumo di questi ortaggi sul mercato interno.

La Romania investe in depositi di stoccaggio
Gli stock di magazzino del paese sono aumentati a causa dell'embargo, tanto che i produttori hanno circa 3.000 tonnellate di verdure immagazzinate, quando il paese ne può assorbire solo 60 tonnellate al giorno. A causa dell'embargo, sono anche diminuite le esportazioni di cetrioli verso Polonia e Repubblica Ceca. I produttori rumeni sperano di ricevere 10 milioni di euro di aiuti dall'UE.

Il ministro rumeno ha annunciato che la World Bank avrebbe provveduto con 4 milioni di euro, che verranno uniti ai 6,2 milioni forniti dallo stato per acquistare impianti di refrigerazione, lavaggio e imballaggio. In questo modo, il settore potrà conservare i prodotti più a lungo. "Non si tratta solo di qualità, ma anche di quantità. Grazie a questi investimenti, i produttori potranno continuare a fornire volumi importanti", ha spiegato il ministro rumeno.

Crollo del 15% dei prezzi in Bulgaria
I produttori sono preoccupati riguardo ai cambiamenti in atto sul mercato europeo. Secondo alcune stime, il 20% delle colture sarà distrutto. Il paese esportava soprattutto ciliegie, pesche, fragole, peperoni e pomodori. Secondo i produttori, come se non bastasse il mercato nazionale è inondato di prodotti importati, che hanno fatto crollare i prezzi del 15%. Si teme che non arrivino compensazioni se l'embargo durerà più di un anno e che inoltre andranno persi tutti i partner russi.

Cipro si concentra sui paesi arabi
Infine, l'isola di Cipro spera di approcciare nuovi mercati di esportazione come Egitto ed Emirati Arabi Uniti. Sono state stimate perdite per il settore ortofrutticolo, a causa dell'embargo russo, per 13 milioni di euro, prevalentemente nei settori agrumi e nocciole. La stagione agrumicola cipriota comincerà a novembre e dunque si potrebbero alleviare i danni trovando altri mercati di sbocco.

Testo e traduzione FreshPlaza. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: