Dai Paesi Bassi, tre lezioni da imparare dopo l'embargo russo
In primo luogo, oggi più che mai un esportatore deve fare i conti con la geopolitica. Non solo in ambito commerciale con la Russia, ma anche in altri mercati come Cina e Medio Oriente la politica può avere enorme impatto sui commerci. Una soluzione potrebbe essere quella di produrre direttamente in questi paesi, esportando le conoscenze e la tecnologia invece dei prodotti. Questa opzione risulta anche più redditizia.
In secondo luogo, secondo gli economisti, è tempo di riorganizzare l'orticoltura in modo da ridurre l'eccesso di capacità. "In Russia arriva ancora il 4% delle nostre esportazioni di ortofrutticoli e a livello UE siamo al 3,5%. Si tratta di percentuali inferiori alle fluttuazioni annuali del raccolto," scrivono.
In terzo luogo, il metodo di formazione dei prezzi dei prodotti deve cambiare. Attualmente, nei contratti non compare alcun prezzo; esso, infatti, si basa sulle quotazioni delle aste al momento della consegna. Tuttavia, le aste sono sempre meno rappresentative, secondo quanto traspare da un confronto con il Belgio. Inoltre, le grandi parti possono mettere sotto pressione le quotazioni in un paese, acquistando temporaneamente da un altro.
Oltre a cercare nuovi mercati, dunque, il settore agroalimentare necessita di prendere in considerazione anche queste tre analisi.
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