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Piemonte: danni per 60 milioni di euro nel settore pesche

I 125 milioni stanziati dalla Commissione per l'Unione Europea, a seguito del blocco delle importazioni in Russia di alcune categorie di prodotti alimentari, non sono sufficienti per coprire i danni diretti e indiretti che si stanno verificando a seguito dell'embargo.

Ad uno scenario per nulla rasserenante, si aggiunge la lentezza di attuazione dei provvedimenti UE, che rischia di vanificare la volontà politica di intervento da parte della Commissione Europea, per quanto concerne la campagna pesche che si sta concludendo in questi giorni.

Le misure d'emergenza a sostegno di pesche e nettarine, oggetto di un apposito provvedimento adottato dall'Unione Europea, corrispondono ad un totale di 32,7 milioni di euro in tutta Europa. Secondo il regolamento dell'Unione Europea, 29,7 milioni serviranno a finanziare i ritiri, mentre 3 milioni andranno alla promozione, ma ancora oggi non è stato chiarito con precisione come fare ad accedere ai contributi previsti, in quanto mancano o sono molto nebulose le indicazioni tecnico-burocratiche.

Da una prima stima dei tecnici di Coldiretti, il comparto frutticolo piemontese vede compromesso quest'anno un fatturato che varia tra i 55 e i 60 milioni di euro.

"L'embargo della Russia – dice Michele Quaglia, presidente Zona Coldiretti Saluzzo - ha una forte incidenza soprattutto per il settore frutticolo, di cui il Piemonte e la nostra provincia in particolare sono forti esportatori. L'80% della frutta che dalla nostra regione va all'estero è di provenienza cuneese e la Russia è uno dei pochi mercati in espansione. Mentre è praticamente conclusa la raccolta delle pesche, sta per iniziare quella delle susine e delle mele estive. Anche le pere, varietà più precoci, sono in procinto di essere raccolte. Gli stanziamenti dell'Unione Europea, oltreché intempestivi, non sono assolutamente soddisfacenti. Dopo anni di difficoltà di mercato, questa dell'embargo acuisce le difficoltà economiche delle nostre imprese, generando problemi a monte ed a valle del settore agricolo".

"Molto dipenderà quindi dalla tempestività e dalle modalità operative che devono ancora essere definite – sottolinea Enzo Pagliano, direttore di Coldiretti Cuneo – ma al momento la situazione è grave, soprattutto in provincia di Cuneo, dove i danni ammontano a oltre 45 milioni di euro".

Complessivamente, si stima che per l'Italia l'embargo riguardi spedizioni di prodotti agroalimentari per un totale di circa 200 milioni di euro all'anno. Ed in particolare l'export di ortofrutta per un importo di 72 milioni di euro nel 2013, le carni per 61 milioni di euro, latte, formaggi e derivati per 45 milioni di euro.
Data di pubblicazione: