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Presentate ieri le prove sperimentali della Fondazione Mach nei frutteti della valle di Non

Porte aperte a Maso Maiano: 200 frutticoltori nei campi sperimentali

Grande partecipazione di frutticoltori ieri 26 agosto a Cles (provincia di Trento), nell'azienda sperimentale della Fondazione Edmund Mach, per l'incontro "Porte aperte a Maso Maiano" che ha visto la presentazione dei principali risultati ottenuti dalla Fondazione Edmund Mach in questo comparto. Più di 200 frutticoltori a lezione nei campi, guidati dagli sperimentatori di San Michele. Focus su biologico, nuove selezioni di mele, allevamento in parete stretta e reti multifunzionali, confronto tra portainnesti, impiego di ammendanti e fertilità del suolo.



Dopo i saluti del direttore generale, Mauro Fezzi e del dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico, Michele Pontalti, l'incontro è proseguito, come tradizione vuole, con la formula organizzativa delle visite guidate per gruppi per consentire ai frutticoltori di seguire tutte le tematiche e toccare "con mano" prove e risultati. Introducendo l'incontro, Livio Fadanelli, responsabile dell'Unità frutteto sperimentale e frigoconservazione, ha fornito informazioni sui tempi della raccolta delle mele, quest'anno in anticipo di 10 giorni. Nel fondovalle è iniziata da qualche giorno la raccolta della Red Delicious. In basse valle di Non è in corso la raccolta della Gala e già all'inizio della prossima settimana si procederà con la Renetta Canada e, a seguire, Red Delicious.



Frutticoltura biologica: presentate le prove di difesa con sistemi naturali
Per quanto riguarda la difesa biologica, riguardante principalmente ticchiolatura, afidi, carpocapsa e patogeni minori. Luisa Mattedi (nella foto qui sopra) ha presentato i risultai dell'annata. La gestione della ticchiolatura è stata molto più semplice rispetto al 2013 in quanto, nell'ambiente della Valle di Non, le infezioni primarie importanti sono state postfiorali e, di conseguenza, il rischio sulle mele è molto minore. Sono stati commentati i risultati dell'utilizzo di Polisolfuro di calcio, zolfi, strategie con rame a bassi dosaggi e bicarbonati di potassio che risultano in continua osservazione sia sperimentale, sia in campo a servizio non solo del biologico, ma anche della produzione integrata che sempre più, vista la scarsità di nuove molecole fungicide, guarda con interesse alle esperienze dei mondi alternativi. Tutte queste molecole, provate a Maso Part, hanno riconfermato dei risultati di contenimento della ticchiolatura, molto interessanti.



Nuove varietà di melo FEM: promettenti le varietà resistenti che richiedono meno chimica
Sono state presentate alcune nuove varietà di mele interessanti e promettenti risultato del miglioramento genetico per incrocio naturale. Pierluigi Magnago, ha presentato, in particolare, le varietà resistenti a ticchiolatura in prova a Maso Maiano (nella foto qui sopra) potrebbero in futuro contribuire a semplificare i programmi e ridurre gli interventi di difesa richiesti dalla coltura del melo. Le varietà future dovranno dunque avere non solo elevate potenzialità produttive e qualitative, ma anche maggiori difese naturali durevoli rispetto alle principali patologie del melo, al fine di ridurre gli interventi di difesa e limitare la diffusione di malattie potenzialmente dannose.





Meno chimica col frutteto "in parete"
Spazio anche al modello di frutteto altamente sostenibile e innovativo basato sulla forma di allevamento in parete rispetto al classico spindle, che richiede meno input chimici e di manodopera. Alberto Dorigoni e Franco Micheli hanno spiegato che la forma di allevamento delle piante da frutto rappresenta uno snodo che condiziona l'agrotecnica e la difesa dai patogeni. Utilizzando la potatura verde e piante a più assi si ottiene un frutteto costituito da file strette e basse: si apre così un ventaglio di possibilità tecniche che vanno dalla meccanizzazione del diradamento e del diserbo, della potatura estiva ed invernale a finestre fino alle reti polifunzionali e alla distribuzione degli agrofarmaci con impianto fisso. Un ulteriore sviluppo è rappresentato dal frutteto pedonabile (nella foto qui sopra), gestibile senza scale e carri raccolta quindi con più sicurezza in campagna.



Contro la stanchezza del terreno portainnesti alternativi al classico M9
La problematica legata al fenomeno della stanchezza dei terreni, connesso alla successione degli impianti negli anni della stessa specie, ha portato alla ricerca di portainnesti tolleranti o resistenti al reimpianto provenienti da diversi istituti nazionali e internazionali. Nicola Dallabetta (nella foto qui sopra) ha spiegato che l'introduzione di genotipi alternativi all'ormai consolidato M9 può condurre ad adottare dei cambiamenti nella gestione della pianta. Alcuni di questi portainnesti rivestono un ulteriore importanza perché resistenti a diversi patogeni e avversità atmosferiche; per tale ragione sono stati provati su più cultivar e in differenti zone per valutarne l'adattabilità al nostro territorio. Dai primi dati raccolti, nelle prove sperimentali, sono emerse interessanti indicazioni su alcuni dei portainnesti testati in relazione alla loro efficienza produttiva.



Suolo più fertile con il letame da maturazione controllata e il compost
Andrea Cristoforetti ha spiegato che l'impiego di ammendanti organici di qualità contribuisce al miglioramento della fertilità del suolo: l'apporto di sostanza organica umificata e di composizione eterogenea ha effetti benefici sulle caratteristiche fisiche e biologiche del terreno con risvolti positivi sulle colture in atto. Si pensi al miglioramento della struttura che limita l'erosione e i danni da calpestamento e favorisce lo sviluppo radicale, all'aumento della popolazione microbica vero e proprio "motore" del terreno, all'aumento della capacità di scambio cationico che favorisce l'assorbimento degli elementi nutritivi. In quest'ottica vengono presentati gli impieghi in frutticoltura di letame da maturazione controllata e di compost ottenuto da rifiuti organici illustrando le caratteristiche analitiche degli ammendanti, le dosi e le modalità di impiego, gli effetti sul terreno.
Data di pubblicazione: