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Le reazioni europee agli effetti dell'embargo russo

E' ancora difficile predire quali saranno gli effetti della messa al bando, da parte della Russia, dei prodotti agroalimentari dei Paesi UE (e non solo), ma sicuramente l'embargo non sarà senza conseguenze.

FreshFel

Secondo la FreshFel, le sanzioni vanno oltre il normale rischio commerciale che le imprese possono assumersi. "Dobbiamo considerare come minimizzare gli effetti su produttori e gli esportatori europei", ha commentato Frederic Rosseneu. Al momento, Freshfel sta raccogliendo informazioni sull'impatto del provvedimento.

Polonia

Gli esportatori di mele polacchi sono stati banditi per primi dal mercato russo, e sono rimasti quindi con molto prodotto disponibile. "Speriamo che la situazione cambi presto, non abbiamo altri mercati a cui destinare la merce", ha spiegato Ilona Kolacz di Eurosad.

Nel frattempo, gli agricoltori polacchi hanno organizzato ieri - 26 agosto 2014 - una dimostrazione a Bruxelles sollecitando ulteriori sovvenzioni; anche le cooperative e i produttori spagnoli hanno manifestato. L'associazione europea di categoria Copa-Cogeca auspica anch'essa un sostegno finanziario aggiuntivo rispetto agli già stanziati 125 milioni di euro per tutti i paesi dell'Unione Europea colpiti dal bando russo.

E' comunque programmato per il prossimo 5 settembre 2014, al fine di affrontare meglio la situazione, un Consiglio straordinario dei Ministri dell'Agricoltura.

Francia
Molto probabilmente, gli spedizionieri di pesche e nettarine sentiranno molto l'effetto dell'embargo, in quanto di solito ad agosto la maggior parte del prodotto viene esportata in Russia.

"La situazione a breve termine non è positiva, ma non si sa ancora nulla per quanto riguarda il lungo termine", dichiara Marc Peyres della Blue Whale, azienda produttrice ed esportatrice di mele. "La Blue Whale non esporta molta frutta durante la fase iniziale della campagna, quindi gli effetti al momento sono limitati, ma se si continua così, si avranno sicuramente problemi a gennaio 2015."

"Il problema più grande è rappresentato da come il bando si rifletterà sul complesso del mercato europeo. Gli operatori sono nel panico ed è probabile che ci sarà più frutta destinata alla trasformazione invece che al mercato del fresco; il tutto avrà conseguenze ben più ampie che nel solo settore della vendita diretta."

Per quanto riguarda gli esportatori di mele, in particolare, l'embargo è giunto proprio lo stesso giorno in cui la l'Associazione Mondiale di Mele e Pere ha pubblicato le sue previsioni per la stagione 2014 (cfr. FreshPlaza del 25/08/2014), annunciando un raccolto abbondante, il 9% in più dell'anno precedente e il 12% in più della media degli ultimi tre anni, per ben 11,9 milioni di tonnellate.

"Quello stesso giorno la Russia, il nostro maggior cliente, ha annunciato che avrebbe smesso di acquistare; è stato un giovedì nero", commenta Peyres.

Paesi Bassi

Gert Mulder di GroentenFruit Huis ha raccontato come i primi 70/80 camion diretti in Russia siano stati rispediti al mittente. Un numero simile non è neppure partito. E' difficile misurare quale sarà il prezzo che gli esportatori di ortofrutticoli pagheranno a seguito del bando, ma di sicuro sarà caro. "Ci sono stati altri embarghi prima di oggi, ma questo è diverso perché nulla può entrare in Russia che provenga dall'EU e perché durerà un anno intero. E' una cosa che non si era mai vista prima d'oggi".

Un rapporto del GroentenFruit Huis ha reso chiara la gravità della situazione sia per il settore degli ortaggi che per quello della frutta olandesi. Dai dati si evince che il 30% delle importazioni russe proviene dai Paesi Bassi. Inoltre, sembra anche che l'uscita dal mercato russo abbia significato una perdita di oltre un miliardo di euro in esportazioni per il settore.

Proprio sulla base di questi dati, l'esecutivo olandese interverrà con misure di sostegno: gli imprenditori potranno ricorrere alla riduzione delle ore lavorative e il governo continuerà a garantire il credito per le aziende maggiormente colpite.

Qualora i datori di lavoro avessero a che fare con un improvviso calo della richiesta, che non rientri nel consueto rischio d'impresa, potranno contare sugli accordi di lavoro a breve termine già esistenti. Le aziende potranno presentare richiesta per applicare un orario di lavoro ridotto fino ad un massimo di 24 settimane. Inoltre, la liquidità delle imprese può essere migliorata temporaneamente facendo uso degli strumenti fiscali esistenti. l'Agenzia olandese delle Entrate ha stabilito che il boicottaggio viene considerato come una "causa esterna e di forza maggiore" per la quale le imprese possono ottenere un rinvio del pagamento delle tasse. Queste opzioni possono rendere le cose più semplici alle aziende durante il processo di transizione.

"Siamo consapevoli che l'agricoltura è il motore dell'economia olandese", ha riferito giorni fa il Segretario di Stato olandese per gli affari economici, Sharon Dijksma.

Belgio
Da parte sua, invece, l'associazione ortofrutticola Verbond van Belgische Tuinbouwveilingen (VBT) non è pessimista. Il Segretario Generale Philippe Appeltans spiega che "in agosto e settembre non ci sono molte esportazioni verso la Russia e noi speriamo che venga presto trovata una soluzione al conflitto con l'Ucraina".

Testo e traduzione FreshPlaza. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: