"Davide Marmocchi: "Parte in salita la stagione commerciale delle patate italiane"
"L'embargo russo - spiega a FreshPlaza Marmocchi - riguarda le patate italiane solo in maniera indiretta; subiremo piuttosto la diretta concorrenza delle produzioni francesi, tedesche e olandesi che prima erano assorbite da quel mercato. Soprattutto Spagna e Italia, infatti, troveranno sui propri mercati tuberi che sono annunciati di eccellente qualità e proposti a prezzi molto aggressivi".
"Se l'anno scorso, nello stesso periodo, le quotazioni erano vicine ai 30 centesimi al chilo, oggi le patate francesi sono offerte a 9 centesimi franco partenza (senza cioè i costi di trasporto, pari a 4-5 centesimi, NdA), un assurdo!".
Riguardo al prodotto italiano, Marmocchi parla anche di un 15-20% in più di scarto: "I tuberi vanno selezionati - va tolto il calibro piccolo e quello grande - e lavati. Operazione che, gli anni scorsi, era marginale, in quanto le patate risultavano abbastanza pulite. Quest'anno, invece, le piogge cadute durante le raccolte hanno creato notevoli problemi e quando il produttore è impegnato ad eliminare le grosse quantità di terra dovute alle piogge non riesce a togliere anche lo scarto! Inoltre, si è formato molto fiorone - che fa peso - e i produttori faticano a metterlo da parte!".
In alcune partite, inoltre, l'azienda ferrarese sta riscontrando tuberi colpiti da ferretto. E qui torna in evidenza la solita incongruenza tutta italiana. Come nel caso delle pere, anche le patate italiane non possono essere trattate con alcune sostanze, concesse invece in deroga ai produttori francesi per combattere efficacemente il ferretto. "Se il nostro Ministero della Salute ritiene dannosi per il consumatore italiano certi principi attivi - riflette Marmocchi - allora non dovremmo nemmeno importare le patate francesi, che sono trattate con quegli stessi composti!".
La situazione, insomma, è delicata. Ci salva, secondo Marmocchi, un'ottima qualità dei tuberi e il colore che, grazie alle basse temperature, si è mantenuto decisamente buono.
Dopo l'incendio che ne ha parzialmente distrutto il magazzino di lavorazione (cfr FreshPlaza del 22/05/2014), l'Azienda Marmocchi Angiolino è finalmente tornata a confezionare nella propria sede.
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