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Dagli OGM agli OGE: organismi geneticamente editati

L'inserimento di geni in una sequenza di DNA, biotecnologia alla base degli organismi geneticamente modificati (OGM) non ha fin qui trovato grandi consensi; tutt'altro. Ma le speranze di vedere applicate tecniche genetiche avanzate al miglioramento delle specie vegetali sono rinfocolate oggi da una ricerca italiana pubblicata sulla rivista Trends in Biotechnology.

Massimo Maffei dell'Università di Torino, insieme a colleghi dell'Istituto Agrario San Michele all'Adige, hanno lanciato l'idea e la possibilità di intervenire sui geni per correggerli o "editarli" (da cui organismi geneticamente editati - OGE), migliorando il DNA senza però modificarlo introducendovi geni estranei,

All'orizzonte potrebbero profilarsi super frutti e ortaggi arricchiti di vitamine o dotati di proprietà desiderabili; il tutto solo potenziando proprietà naturali proprie di quegli organismi vegetali. Al DNA di una pianta, insomma, viene fatto un "editing" su geni di interesse, che vengono corretti, tagliati, accorciati per migliorare il prodotto agricolo.

Il segreto è usare una sorta di "forbici molecolari" che tagliuzzano il codice genetico in punti specifici e migliorano l'efficienza di geni già presenti nel DNA della pianta, ad esempio potenziano la produzione di certe vitamine che poi saranno presenti in maggior quantità nel frutto.

"Queste piante - ha spiegato all'ANSA Maffei - sono ottenute attraverso la correzione dei geni già presenti. In questo modo si possono ad esempio eliminare gli allergeni o aumentare la produzione di particolari sostanze, come gli antiossidanti o le biomolecole per la lotta alle malattie, cancro compreso".