Dopo pesche e nettarine, la prossima crisi sara' quella delle mele?
"Purtroppo il problema è stato sollevato solo dopo oltre un mese, sollecitando, forse tardivamente, le autorità competenti nazionali e comunitarie - continua Odorizzi - Ad oggi non si sono ancora trovate adeguate misure a sostegno, provocando l'intasamento non solo della filiera del fresco ma anche di tutta la linea industriale, che si trova a far fronte a quantitativi ormai ingestibili."
Nel contempo, secondo l'imprenditore, si registrano cali di prodotto di prima qualità al netto di tutte le seconde categorie che dovranno essere collocate o distrutte (anche in distilleria, in fin dei conti), appena i programmi industriali si esauriranno. "Per cui, nelle prossime settimane, si prevede un rialzo importante dei prezzi per i frutti di prima qualità."
I bilanci sono però ormai compromessi e le aziende agricole chiuderanno in perdita, con ricavi medi stagionali di circa 15 centesimi/kg.
"Ora come ora, la mia preoccupazione si è spostata rapidamente sulle pere, dove per il mercato del fresco siamo già su livelli di prezzo molto bassi; a causa però dei raccolti scarsi, le quotazioni potrebbero risalire anche rapidamente. Sul versante industriale, invece, registriamo rimanenze per tutte le linee di lavorazione - macedonia, distillati, succhi - che porteranno le quotazioni a toccare valori minimi quali mai registrati prima."
Odorizzi evidenzia che il problema più concreto riguarda le mele: si registrano rimanenze del raccolto 2013 un po' in tutta Europa. "In Trentino e Alto Adige stanno terminando gli esuberi destinati sia al mercato del fresco sia conferiti all'industria, mentre in altre nazioni il prodotto viene indirizzato solo al trasformato, generando prezzi ad oggi di 0,02 euro/kg in Austria e 0,05 euro/kg in Italia franco arrivo per le mele da industria."
Salvo eventi straordinari, questi saranno anche i prezzi per le nuove mele, che già da oggi, lunedì 28 luglio 2014, si cominceranno a raccogliere nel Veronese.
"Di conseguenza, il prodotto di pianura, che non sempre presenta le caratteristiche di colore delle mele dell'Alto Adige, dovrebbe trovare collocazione nei discount, i quali però andranno sensibilizzati ad abbassare i parametri minimi per permettere il confezionamento anche delle mele con solo il 30% di colore. Diversamente, sarà una catastrofe e peggiore di quella delle pesche: le mele rischiano di essere destinate a rimanere sugli alberi, per cadere poi a terra e rimanere lì a marcire!"
"A mio avviso, quindi, vanno sollecite le autorità competenti affinché si facciano carico di una campagna a sostegno della mela italiana e soprattutto per la mela sana e sicura, a scapito dei prodotti d'importazione", conclude Odorizzi.