Frutta estiva: le crisi passano ma gli strumenti per contrastarle restano nel cassetto
Scelte strategiche e non indolori
"Innanzitutto, si devono incentivare solo le produzioni vocate - dice Monti - e riconvertire le altre. Per esempio, pesche e nettarine non possono essere considerate colture vocate nel Veronese o in Piemonte. In secondo luogo, le organizzazioni dei produttori devono creare un proprio fondo anticrisi al quale attingere nei momenti opportuni e nel quale far convergere anche le eventuali risorse messe a disposizione dal Ministero".
"Da parte loro, gli uffici commerciali devono poi trovare soluzioni comuni per affrontare i colossi della Grande distribuzione organizzata senza continuare a farsi concorrenza per piccoli risultati di breve momento - aggiunge l'operatore - Per esempio, stipulando contratti stagionali comuni verso la stessa Catena, con un prezzo concordato per tutta la stagione, e definendo in anticipo quantità, numero e periodo delle campagne promozionali. Bisogna inoltre essere in grado di ridurre le scontistiche verso i clienti, arrivate oramai a valori insostenibili".
"Ma soprattutto - conclude Monti - bisogna lavorare in armonia fra privati, cooperative e organizzazioni per salvaguardare prima di tutto i produttori e il prodotto, senza pensare sempre e solo ai propri profitti".