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Se ne e' parlato al forum di Osserva Italia a Bari

"Filiere in crescita: la lezione della "Sud Valley"

Si è svolto l'11 luglio 2014 a Bari il forum "Filiere in crescita: la lezione della Sud Valley", il primo di una serie di convegni organizzati sul territorio da Osserva Italia, il sito di Affari&Finanza, che esploreranno le filiere italiane e i suoi protagonisti. Osserva Italia fornisce indagini sui consumi grazie ai dati forniti da Conad e Nielsen: da marzo a oggi sono già quasi 500.000 gli utenti di questo Osservatorio.



Come ha sottolineato il sindaco di Bari, Antonio Decaro, la Puglia produce un quinto della produzione nazionale di ortofrutta, ma c'è un evidente problema legato alla trasformazione industriale: "Dobbiamo fare ancora tanti passi in avanti in questo settore che, insieme al turismo, sarà il core business della nostra regione".

Case history come Granarolo e Melinda (più di 2 su 3 mele Golden mangiate in Puglia sono proprio a marchio Melinda) hanno dimostrato che, per resistere alla competizione globale, serve fare fronte comune, come ha ribadito anche Francesco Pugliese, AD di Conad: "Per ottenere successo nelle filiere bisogna ragionare in modo diverso, puntando al noi e non a scelte egoistiche e individuali. Solo così il piccolo può diventare grande".

Riflessione confermata anche da Luca Granata, direttore generale del Consorzio Melinda: "Negli anni Sessanta, in Val di Non, le persone erano costrette a cercare lavoro oltre confine, poi i coltivatori hanno capito che dovevano unirsi: la frammentazione del sistema è il principale problema del settore".


Il Salone degli affreschi dell'Ateneo barese dove si è tenuto il forum.

Giovanni Fantasia e Romolo De Camillis, rispettivamente amministratore delegato e retailers director di Nielsen Italia, hanno spiegato come il consumatore oggi sia cambiato e - più informato tramite Internet - punti alla ricerca della qualità sempre accompagnata al miglior prezzo: "E' un consumatore smart, più efficiente".

"Gli italiani hanno iniziato a trascorrere più tempo libero in casa e cercano di coniugare il risparmio con la buona cucina - ha detto De Camillis - Se nel 2010 musica e viaggi erano in testa agli interessi dei consumatori, oggi si spostano verso cucina e salute. Il gusto, da un lato, ma anche il mangiar sano, dall'altro. Circa due italiani su tre sono infatti convinti che gran parte delle malattie abbiano origine da un'alimentazione sbagliata".

Non solo, due italiani su tre cercano prodotti italiani e sono attenti alle aziende che rispettano il territorio. Le tendenze macro che raccontano come sta cambiando il modo di consumare degli italiani sono descritte in sei panieri: Chef a casa, Basici, Pronti da mangiare, Facili e veloci, Consumer trendy, Benessere e salute.



Forti cambiamenti, che la Puglia accoglie con maggior prontezza e che nascono dalla capacità di elaborare molte più informazioni rispetto al passato. Così, ci sono più chef a casa e si organizzano più happy hour tra le mura domestiche. Il cliente non associa più il prezzo alto alla qualità e ha rinunciato al superfluo riducendo gli sprechi.

In Puglia, da giugno 2013 a maggio 2014, sono aumentati del 7,2% i pasti fatti in casa e, al tempo stesso, sono diminuiti dell'8% i consumi di primi piatti pronti e surgelati.

Filiera e grande distribuzione agroalimentare hanno risposto al bisogno di risparmio: sono diminuiti ipermercati e supermercati e aumentati di numero solo i discount. Non si tratta solo di un abbassamento qualitativo dell'offerta; si riduce anche la superficie dei punti vendita, che però aumenta in termini di quote di mercato. In Italia, un acquisto su quattro viene fatto in piccoli negozi, in Puglia uno su tre.

Al forum si è parlato anche di Internet, inteso come importante strumento di interazione tra azienda e consumatori. "Ma anche in questo caso facciamo attenzione – ha ammonito Granata – perché le marche si fanno in tv. Per il mass market ci vogliono sempre i mass media".

Il ministro alle Politiche agricole e alimentari, Maurizio Martina, ha concluso i lavori così: "Il punto più importante è continuare a ragionare in termini strategici sul settore agroalimentare per i cambiamenti che stiamo vivendo anche fuori dai confini nazionali. Di fronte a quello che sta accadendo, abbiamo il dovere di disegnare delle linee strategiche per l'agricoltura italiana".