Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Dopo aver sentito il mondo organizzato

Emergenze fitosanitarie: la parola ai produttori

"Ho letto con interesse le dichiarazioni degli esponenti di ApoConerpo e Agrintesa, come anche del direttore di Vivai Dalmonte, sul tema delle emergenze fitosanitarie (cfr. FreshPlaza del 16/05/2014), in particolare per le drupacee, e vorrei portare la mia esperienza di agricoltore colpito nel vivo". Lo dichiara a FreshPlaza Massimo Scozzoli, produttore di pesche e nettarine di Forlì.

"Premesso che la questione delle royalty è un altro aspetto della propagazione incontrollata, vale la pena spendere qualche parola in più per quanto riguarda le piante madri in vivaio e i soldi spesi per i controlli effettuati dalla Regione. Sono certo che i vivai di piante madri sono tutti virus-esenti e che le piante madri molto difficilmente possono avere malattie. Il problema della sanità delle piante, a mio avviso, deriva dalla possibilità che gli innesti utilizzati per tutte le piante vendute dai vivaisti non provengano esclusivamente dalle piante madri esaminate. Questo perché potrebbe esserci poca corrispondenza tra il numero di piante certificate e il numero di gemme che effettivamente può essere prelevato da una pianta madre. Sarei curioso di paragonare le vendite di piante da parte dei vivaisti con l'effettivo numero di piante madri e di gemme da esse prelevate che sono state denunciate e controllate in azienda".


Sharka delle drupacee. (Foto Consorzio fitosanitario provinciale di Modena).

"Parlo - continua Scozzoli - da agricoltore colpito nel segno, nello specifico danneggiato da Sharka. E' mia convinzione che questo virus sia stato introdotto nella mia zona, che era indenne fino al 2010, attraverso l'impianto di peschi acquistati come virus-esenti. Il sottoscritto ha acquistato marze certificate di pesco, poi innestate da personale specializzato, il quale, peraltro, gli ha fornito i portinnesti di GF virusesente. Dopo 23 mesi, il 50% delle piante risultava infetto dal virus della Sharka e ho dovuto estirpare tutto l'appezzamento, come da prescrizione del Servizio fitosanitario".

"La cosa triste è che l'appezzamento era al centro di un podere di 20 ettari interamente coltivato a pesco e, quindi, se prima ero Sharka-esente ora sono Sharka-dipendente. La malattia ha colpito random quasi tutte le varietà limitrofe e questo è accaduto perché evidentemente mi sono state cedute marze già infette: non è possibile che, in così poco tempo, una percentuale così elevata di piante si sia infettata!".

"Quindi - conclude Scozzoli - se qualcuno trascinerà qualcun altro in tribunale non ci si dovrà meravigliare: il fatto che la carta sia a posto non si traduce automaticamente in qualità delle piante. E nella mia stessa situazione - con la stessa varietà acquistata dallo stesso vivaio e con la stessa pratica colturale - si trova anche un agricoltore distante 30 chilometri dalla mia azienda. Stessa pratica culturale, stessa varietà e stesso risultato. Impiantate e innestate nel 2011, estirpate totalmente nel 2013: evidentemente nella filiera c'è qualcosa che non funziona".

Su questo, dobbiamo evidentemente intervenire.

Per maggiori info: societaagricolascozzoli@live.it