La politica taglia-prezzi non nuoce meno delle gelate al comparto del kiwi

"Se il Cile diminuisce la sua offerta 2014, come preannunciano le stime del Comitato cileno del kiwi, questo non rappresenterà una svolta per il mercato del prodotto italiano – sebbene erediterà più spazio di vendita - ma un ritocco al rialzo sulla media globale dei prezzi, partendo proprio dalla campagna della Nuova Zelanda."

E' la valutazione preliminare di Gualtiero Rivoira, Amministratore Delegato della Kiwi Uno SpA di Falicetto (CN), in questa fase conclusiva della stagione del kiwi piemontese (e italiano), di fronte al previsto calo di almeno il 50% nei frutteti di actinidia in Cile, a causa di sfavorevoli condizioni meteo.

Gualtiero Rivoira a Fruit Logistica 2014.

"L'ago della bilancia che regola il mercato - spiega il manager - non pende in funzione esclusiva dei volumi offerti dai Paesi produttori: oggi ruotiamo tutti attorno a una logica del prezzo basso, tutta da sfatare, ma ancora reale e impellente, che al momento obbliga tutta la filiera a fare i conti al ribasso, partendo dall'offerta promozionale finale proposta dai vari retailer."

E aggiunge: "Insomma, tutto il settore frutticolo è condizionato da una pressione promozionale perenne che – anche di fronte ad annate interessanti – ne mortifica in partenza il potenziale commerciale. E questo non è solo il caso italiano: la stessa Germania, ad esempio, fatica ad aumentare i prezzi di vendita nei canali distributivi a causa di una pesante svalutazione che grava su tutto il comparto."

In questo scenario, alla politica taglia-prezzi si aggiunge sicuramente un secondo problema di estrema attualità, cioè la selezione di nuovi potenziali clienti (e mercati) in base alla sicurezza e all'affidabilità nei pagamenti.

Per quanto attiene alle scorte di prodotto, Rivoira precisa: "Ad oggi, come Kiwi Uno, siamo a una rimanenza di poco inferiore al 20% di prodotto stoccato. Il bilancio dell'annata 2013/14 rimane comunque molto positivo sul fronte oltremare – che rappresenta il nostro bacino di riferimento - partendo da Australia e Brasile, cui fanno seguito Nord America, Paesi Arabi, Sudafrica, Colombia e Medio Oriente, con un picco di interesse estremamente significativo da parte della Cina, mercato su cui andremo ad investire nella prossima stagione commerciale."

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