AGER Melo saggia l'efficacia di nuovi prodotti ad azione diradante
Mazzetto fiorale dopo il passaggio della macchina
Una delle linee di ricerca di maggior interesse applicativo è l'individuazione di nuove sostanze più efficaci e naturali rispetto ai fitoregolatori oggi disponibili. Le sostanze attive di impiego diffuso (NAA, NAD, BA, etc.) presentano un'efficacia parziale, spesso incostante. L'effetto dipende infatti in larga misura dalle condizioni meteorologiche post-applicazione. Si resta in balia di variazioni di umidità e temperatura. Se qualcosa non va per il verso giusto, si rendono necessari successivi interventi manuali, con conseguente aggravio di costi.
L'attività di ricerca è partita con lo screening delle numerose nuove sostanze di cui si suppone un effetto diradante (oli vegetali, polisolfuro di calcio, ATS), per focalizzarsi su Metamitron e ABA (Acido abscissico). Quest'ultimo interviene su molti aspetti della fisiologia della pianta, ma l'effetto diradante non è risultato sufficientemente interessante dal punto di vista applicativo.
Aumento della pezzatura dei frutti di Fuji
I risultati ottenuti dalla sperimentazione del Metamitron, invece, si sono rivelati più interessanti. Si tratta di una triazina – di imminente registrazione come diradante – che interagisce con i processi fotochimici della pianta inducendo una temporanea inibizione della fotosintesi, tale da provocare una cascola graduale e controllabile dei frutticini. In pratica provoca uno stress fotosintetico nei giorni immediatamente successivi alla applicazione, inducendo il melo a "liberarsi" dei frutticini in eccesso. Guglielmo Costa del Dipsa di Bologna ne ha studiato il meccanismo di azione tramite camere di respirazione. A Cuneo e Bologna sono stati indagati gli effetti sulle varietà Fuji, Gala e Golden Delicious in diverse condizioni altimetriche, sperimentando diverse combinazioni tra dosaggi ed epoche di intervento.
A tal proposito, Guglielmo Costa commenta: "I risultati migliori sono stati ottenuti distribuendo una dose di prodotto pari 3,30 kg/ha frazionata in due interventi, realizzati nei periodi nei quali i frutticini centrali presentano un diametro di 6/8 mm e 12/14 mm. L'applicazione del Metamitron ha eliminato il 30% dei frutti rispetto al testimone e oltre il 20% dei frutti rispetto alla strategia aziendale a base di NAD e BA. Esiti analoghi sono stati osservati per il singolo intervento alla dose 2,20 Kg/ha, ritardando l'epoca di intervento sui 16 mm di diametro del frutticino centrale".
Graziano Vittone del Creso aggiunge: "Per quanto riguarda Gala, l'applicazione del Metamitron ha fornito risultati migliori rispetto alle strategie convenzionali anche in termini di calibro dei frutti, facendo registrare un aumento del peso medio e degli altri parametri qualitativi. Su Fuji i risultati richiedono invece ulteriori approfondimenti". La ricerca proseguirà nelle prossime settimane, prendendo in considerazione anche il gruppo varietale Red Delicious. Si confida di mettere a punto un protocollo efficace e un nuovo più efficace strumento per controllo della fruttificazione del melo.
"Queste ricerche hanno grandissima importanza per la ricaduta sulla qualità dei frutti - spiega Luca Corelli Grappadelli dell'Università di Bologna - in quanto permettono di influenzare in modo positivo la crescita per divisione cellulare dei frutticini superstiti. In fase post-allegagione, bastano 3 eventi di divisione cellulare per portare il numero di cellule del ricettacolo del frutto da 7-8 (in fioritura) a 50-60 milioni di cellule (frutto maturo). Più è alto questo numero, migliori sono le possibilità che il frutto, oltre a raggiungere dimensioni elevate, possieda anche qualità gustative superiori, come croccantezza, succosità, contenuto in solidi solubili".
Ricerche recentissime stanno infatti mettendo in luce come la qualità gustativa dei frutti sia in stretta relazione con la "demografia cellulare" del frutto. Il progetto AGER-melo dimostra così per l'ennesima volta la sua capacità di produrre innovazione a 360° nel settore della melicoltura di qualità.
Figura 1. Numero di frutticini per pianta dopo la cascola di giugno su due appezzamenti della varietà Gala a 229 e 557 m di altitudine. Confronto tra trattamenti a diverse epoche e diverse concentrazioni di applicazione del prodotto diradante. Lettere diverse indicano la presenza di differenza statistica tra le tesi (ANOVA univariata, test di Tuckey, p< 0,05). Clicca qui per un ingrandimento.
Figure 2A (sopra - clicca qui per un ingrandimento) e 2B (sotto - clicca qui per un ingrandimento). Peso medio dei frutti alla raccolta in due appezzamenti della varietà Gala (grammi). (2A) Saluzzo a 229 m s.l.m e (2B) Caraglio a 557 m s.l.m. Confronto tra trattamenti a diverse epoche e diverse concentrazioni di applicazione del prodotto diradante. Lettere diverse indicano la presenza di differenza statistica tra le tesi (ANOVA univariata, test di Tuckey, p< 0,05).
Contatti:
Silvio Pellegrino – CReSO – Centro Ricerca e Sperimentazione per l'Ortofrutticoltura piemontese - Web: www.cresoricerca.it
Marco Zibordi – DIPSA – Dipartimento di Scienze Agrarie, Università di Bologna
Progetto Ager: www.progettoager.it
Canale Youtube AgerMelo: www.youtube.com/user/agermelo