I dati statistici Istat – per quanto non sempre aggiornati su tutte le principali regioni produttrici, come nel caso del Piemonte per le superfici destinate a pesche e della Basilicata per quelle ad albicocche - indicano gli impianti di drupacee in Italia in costante evoluzione. Il dato nazionale, inoltre, va analizzato sia rispetto alla territorialità che all'età degli impianti; due fattori che influenzano in maniera determinante le analisi statistiche relative ai trend delle superfici investite ma anche delle stime produttive.
Sovrapponendo i dati Istat e le elaborazioni fornite dal CSO-Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara con i pareri di alcuni referenti tecnici delle maggiori realtà produttive nazionali, si possono fare alcune considerazioni di carattere generale.
Pesco
Il progressivo ridimensionamento degli ettari coltivati a pesche e nettarine rilevato dai censimenti Istat è confermato nell'ultimo triennio (dati Istat 2011, 2012 e 2013) a livello generale.
Pesco | 2011 (ha) | 2012 (ha) | 2013 (ha) | Var. % (2013/12) | Var. % (2013/11) |
Emilia-Romagna | 10.485 | 8.462 | 8.368 | -1,10% | -20,19% |
Lazio | 2.472 | 1.765 | 1.725 | -2,30% | -30,22% |
Campania | 16.457 | 16.067 | 15.608 | -2,80% | -5,16% |
Puglia | 4.269 | 3.895 | 3.610 | -7,30% | -15,43% |
Basilicata | 1.974 | 1.972 | 1.971 | 0,00% | 0,00% |
Calabria | 2.474 | 2.370 | 2.204 | -7,00% | -10,91% |
Sicilia | 5.621 | 5.516 | 6.145 | 11,40% | 9,32% |
Emilia-Romagna e Campania restano le regioni di riferimento per la produzione di pesche e nettarine, anche se con una flessione costante delle superfici. Il Piemonte investe ancora in queste specie, soprattutto le varietà medio-tardive. In generale, mentre nei primi anni 2000 sono state più penalizzate le pesche da consumo fresco, nell'ultimo triennio gli espianti hanno riguardato maggiormente le nettarine.
Nettarine | 2011 (ha) | 2012 (ha) | 2013 (ha) | Var. % (2013/12) | Var. % (2013/11) |
Emilia-Romagna | 13.890 | 10.844 | 10.631 | -1,20% | -23,46% |
Campania | 4.492 | 4.310 | 3.910 | -9,20% | -12,96% |
I tecnici interpellati da FreshPlaza parlano, nel 2014, di un ulteriore ridimensionamento a livello nazionale nell'ordine del 2-3% per le superfici coltivate a pesche e del 4-5% per le nettarine.
Albicocco
Nel triennio 2011-2013 aumentano le superfici destinate ad albicocco in Emilia-Romagna (oltre 5.200 ettari), mentre calano leggermente quelle in Campania.
Albicocco | 2011 (ha) | 2012 (ha) | 2013 (ha) | Var. % (2013/12) | Var. % (2013/11) |
Emilia-Romagna | 4.942 | 5.011 | 5.231 | 4,40% | 5,85% |
Campania | 4.801 | 4.673 | 4.520 | -3,30% | -5,85% |
Nuovi investimenti riguardano anche la Basilicata e la Puglia.
Le Organizzazioni di produttori contattate da FreshPlaza parlano di incrementi medi della superficie nazionale del 4-5%. La preferenza va alle cultivar tardive che possono estendere il calendario di commercializzazione per tutto luglio, fino alla metà-fine di agosto.
Susino
Le superfici destinate a susino si presentano stabili o in leggero aumento in Emilia-Romagna e Campania. Secondo le testimonianze raccolte, si tratta di un 2% di superfici in più nelle principali regioni produttrici.
Ancora grande interesse per la varietà tardiva Angeleno che garantisce un ampio calendario di commercializzazione e conservabilità, ma anche grande dinamica varietale, in particolare per le nuove varietà a polpa rossa.
Ciliegio
Forte incremento delle superfici in Emilia-Romagna, soprattutto nel Modenese, e aumenti anche in Puglia.
Per questa specie, i dati statistici sono in linea con le indicazioni ricevute dai produttori. Le superfici destinate a ciliegio a livello nazionale quest'anno dovrebbero essere cresciute del 5-7%, malgrado la specie non si adatti a tutte le condizioni pedoclimatiche e nonostante l'elevato investimento iniziale, anche per via dell'acquisto di teli antigrandine.
Ciliegio | 2011 (ha) | 2012 (ha) | 2013 (ha) | Var. % (2013/12) | Var. % (2013/11) |
Emilia-Romagna | 2.054 | 2.316 | 2.298 | -0,78% | 11,88% |
Campania | 3.537 | 3.449 | 3.179 | -7,80% | -10,12% |
Puglia | 18.010 | 18.015 | 18.485 | 2,61% | 2,64% |
Le stime sulle produzioni
Innanzitutto, dopo la difficile annata 2013, gli operatori confermano un ulteriore calo delle superfici destinate a pesche e nettarine, compensato in parte da nuovi impianti di albicocco e, secondariamente, di susino.
Per quanto riguarda le pesche e le nettarine, il crollo delle superfici non dovrebbe tradursi in una minor produzione. Il buon ricambio varietale, l'applicazione di evolute tecniche colturali e una progressiva specializzazione - pur conservando determinate tipicità territoriali, soprattutto al centro-sud - permettono infatti di ottenere rese per ettaro anche di 2-3 volte superiori rispetto ai vecchi frutteti.
E, infatti, le dinamiche sono diverse da nord a sud dello Stivale: se in zone come la Campania – che ha rinnovato poco – le produzioni regrediscono, in altre regioni, malgrado il calo delle superfici, il miglioramento delle tecniche colturali consente una tendenza opposta.
A titolo informativo, la resa di un ettaro di pescheto può variare da 20 a 50 tonnellate, a seconda non solo dell’età degli impianti, ma anche della precocità delle varietà. Più stretta la forbice quando si parla di rese unitarie per il susino (da 30 a 40-50 ton/ha), albicocco (20-30 ton/ha) e soprattutto ciliegio (10-12 ton/ha).
Sempre in base alle indicazioni dei tecnici, quest'anno le produzioni potrebbero risentire degli effetti negativi della Sharka che interessa in forma endemica le drupacee del Cesenate, del Veronese e della Basilicata. Al Sud, più colpiti gli albicocchi dei peschi.
Un condizionale obbligato che, per ora, in generale rende difficile anche fare delle stime produttive. A complicare l'orizzonte della campagna 2014, inoltre, potrebbe sopraggiungere una sovrapposizione dell'offerta dovuta, da un lato, agli anticipi produttivi rilevati in Romagna (seppure in attenuamento); dall'altro, ai ritardi registrati nel nostro meridione e nella vicina Spagna. Ma i giochi sono ancora tutti aperti.