L'aglio e i suoi benefici
Una scoperta dall'enorme portata, se si pensa che ogni anno nel mondo sono migliaia le persone che muoiono a causa di infezioni batteriche resistenti agli antibiotici. L'ajoene – questo il nome della sostanza individuata – avrebbe, a detta di Tim Holm Jakobsen e dei suoi colleghi danesi, la capacità di neutralizzare i batteri multiresistenti, bloccando il loro sistema di comunicazione. Cosa vuol dire?
Quando i batteri entrano nel nostro corpo producono una tossina chiamata ramnolipide che distrugge i globuli bianchi, cioè proprio quelle cellule del nostro sistema immunitario che dovrebbero difenderci dagli agenti patogeni. I batteri, poi, per sopravvivere si incollano fra loro e creano una sorta di pellicola, da cui sono avvolti, che li difende dagli antibiotici. Se si riuscisse a penetrare questa barriera, si potrebbe interrompere il loro processo di comunicazione e quindi la loro capacità "resistente".
Ebbene i ricercatori danesi – prendendo come esempio il batterio Pseudomonas aeruginosa – hanno verificato che laddove solo gli antibiotici o solo l'ajoene fallivano, combinati insieme essi riuscivano a penetrare la pellicola organica che protegge i batteri con una percentuale del 90% dei casi. Tutti i dettagli della ricerca sono stati pubblicati su Future Microbiology.
Allo stesso tempo, negli Stati Uniti, un altro gruppo di ricercatori dell'Iowa arrivava ad conclusioni altrettanto positive sulle proprietà dell'aglio invecchiato. I vecchi bulbi di aglio sarebbero, infatti, ricchi di un mix di sostanze antiossidanti fondamentali per la salute del nostro cuore.
Molti diranno che – già da anni – erano note le proprietà dell'aglio in fatto di prevenzione delle malattie cardiovascolari, dato che il bulbo in questione è un ottimo rimedio per abbassare il colesterolo e la pressione arteriosa ma la novità americana, pubblicata sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, sta nel fatto che è all'aglio invecchiato che si dà valore, non più soltanto all'aglio fresco.
Anzi, il gruppo di ricerca guidato da Jong-Sang Kim, ha notato che l'aglio germogliato da circa cinque giorni possiede un'attività antiossidante superiore a quella dei bulbi più freschi e giovani.