Ciliegie ultra precoci? Anche in Italia si puo'
"Le tecnologie per realizzare la stessa cosa in Italia ci sono - rispondono alcuni tecnici e ricercatori contattati da FreshPlaza - Certo, non nel nostro Meridione e non in pianura, ma a 6-700 metri sul livello del mare."
"In quota, le piante soddisfano il loro fabbisogno in freddo già a inizio-metà gennaio. A questo punto bisogna riscaldare le serre o i tunnel: le piante vanno cioè forzate per farle fiorire. Successivamente, nella delicata fase dell'allegagione, le temperature vengono riabbassate per evitare il rischio della cascola. Una volta allegate, le piante tornano alle condizioni termiche del momento, le serre vengono arieggiate a seconda della necessità e si completa il ciclo produttivo".
L'obiettivo di tutto ciò è chiaro: anticipando le fioriture a metà gennaio-fine febbraio, si possono raccogliere ciliegie da metà marzo a metà aprile, quando sul mercato non c'è prodotto (essendo terminate le produzioni dell'emisfero sud e non ancora iniziate quelle dei paesi mediterranei), e spuntare così prezzi molto alti. Per questo motivo, la scelta varietale ricade su cultivar già di per sé precoci e con basso fabbisogno in freddo, che consentono di anticipare ulteriormente il raccolto.
"Il vero fattore limitante sono i costi, che restano altissimi: non solo per la struttura fissa - almeno su 3-4 ettari di terreno - ma anche per il riscaldamento automatizzato delle serre, l'impollinazione artificiale, il controllo automatico del microclima, ecc.".
"Con esperienze preliminari condotte in Italia - concludono all'unisono gli intervistati - si potrebbe tentare di proporre questo modello anche da noi, pur se limitatamente ad alcuni ambienti geografici. Purtroppo però non abbiamo elementi pratici e dunque rimaniamo nel campo delle ipotesi".