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Ricerca applicata, nuova sinergia tra Alma Mater e Vignola (MO)

Ciliegio: i risultati delle sperimentazioni del DipSA sui nuovi portinnesti

Quando si parla di ciliegio, tutti sanno quanto sia importante il binomio varietà/portinnesto per il successo di un ceraseto. Si parla sempre molto di innovazione varietale, meno delle problematiche legate ai nuovi portinnesti e ai moderni modelli di impianto.

In Italia, in molte aree di coltivazione del ciliegio, la scelta del portinnesto ricade d'obbligo verso pochi soggetti, che ben si adattano alle condizioni di terreno e di clima. Ad esempio, in Puglia la scelta deve necessariamente indirizzarsi verso la famiglia del Prunus mahaleb (Magaleppo e SL64); nelle vallate alpine, invece, va verso portinnesti nanizzanti (serie Gisela) adatti a sistemi di impianto ad alta densità. Nelle aree fertili e irrigue di pianura, come quella vignolese, la preferenza è andata a un'unica tipologia, il Colt, capace di tollerare sufficientemente bene i problemi di stanchezza del terreno e delle necessità di reimpianto in un areale dove il ciliegio è oramai coltivato da quasi due secoli.

Esistono alternative al Colt? Gli studi condotti a Vignola dall'Università Bologna in questo ultimo ventennio hanno dimostrato non solo che le alternative sono possibili, ma anche che questi nuovi soggetti si adattano meglio a sistemi di impianto semi intensivi, più razionali, con un aumento delle produzioni per ettaro, una migliore qualità delle ciliegie e minori costi di produzione, legati alla taglia dell'albero più contenuta e a una gestione della pianta economicamente più conveniente e più ecocompatibile.

La strada intrapresa va verso portinnesti a vigoria intermedia adatti a impianti a densità medio-alte di piantagione (tra le 800 e le 1.200 piante per ettaro).


Nuovi impianti realizzati in aree collinari del comprensorio vignolese, con densità medio-alte e portinnesti a vigoria intermedia.

Il trasferimento di questi risultati sperimentali al mondo produttivo vignolese è stato possibile grazie a una recente convenzione firmata da Comune di Vignola e DipSa (Dip. Scienze agrarie dell'Università di Bologna), con la collaborazione di Agrintesa e Consorzio della ciliegia tipica di Vignola.

Sono stati messi a dimora di quattro impianti pilota con i seguenti soggetti: Piku 1, PHL A, Weiroot 10, Victor, CAB6P, Adara su Marianna e Gisela 6 come testimone, in condizioni pedologiche e climatiche differenti, dalle zone di fondovalle tipiche del ciliegio (terreni vergini e ristoppiati), alle nuove aree di espansione del ciliegio, fino alle zone montane, al fine di rilanciare la cerasicoltura collinare e montana.

Non verranno sperimentati solo nuovi portinnesti: il protocollo prevede, congiuntamente, una valutazione del comportamento sulle nuove varietà che da qui a breve andranno ad affiancare e sostituire quelle oggi coltivate. Pertanto, nelle quattro prove sono state inserite le nuove varietà della serie Sweet e Grace Star accanto ad alcune tradizionali già collaudate.


Il progetto prevede la valutazione di nuovi portinnesti in combinazione con varietà di recente introduzione. Nella foto, un particolare della fruttificazione di Sweet Lorenz®.

Una quinta prova interesserà un problema specifico, legato alla presenza nei nostri terreni di pericolosi funghi che attaccano l'apparato radicale, es. Armillaria. Si stanno provando nuovi soggetti, tolleranti o resistenti. In particolare, la prova iniziata verterà su uno studio su quattro nuovi portinnesti, tutti di origine spagnola: due soggetti della serie Rootpack, affini al ciliegio con intermedio di Adara, il portinnesto Monrepos con innesto diretto e Marianna/Adara come controllo.

Di questo si parlerà il 26 febbraio 2014 a Vignola (MO) nel corso della Giornata su Tecnica e difesa del ciliegio. L'appuntamento è per le ore 15:00 presso la Sala dei Contrari - Rocca Boncompagni Lodovisi.

Clicca qui per scaricare la locandina.