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L'opinione del presidente di prodotto frutta fresca di Confagricoltura

Le offerte dei supermercati non servono per aumentare le vendite

Per chi ha avuto buone rese, il 2018 sarà ricordato come un anno buono per i redditi in frutticoltura. Mediamente, però, le rese non sono state soddisfacenti. Del resto, si ripetono sempre le stesse cose: cioè si deve produrre frutta estiva buona e di buon calibro. Con un aspetto da non trascurare: sta aumentando la fascia di consumatori che si rivolge ai negozi specializzati, ai fruttivendoli, per acquistare frutta di qualità, che non deluda.

Sono questi alcuni dei concetti che Francesco Donati, presidente federazione nazionale di prodotto frutta fresca per Confagricoltura, esprime a FreshPlaza. "Le offerte dei supermercati massacrano il settore, non servono per aumentare le vendite. Anzi, fanno perdere al consumatore la percezione del valore della frutta, al contempo non portando alcun beneficio all'agricoltore. Offerte a 0,49 euro/kg, o a 0,99 danno l'illusione di chissà quale risparmio. Nel frattempo, nessuno si è mai sognato di andare nel negozio specializzato e chiedere lo sconto nell'acquisto di uno smartphone di ultima generazione da 800 euro. Anzi, più costa, più è uno status simbol! Ma le stesse persone sono capaci di scegliere delle pesche a 0,99 euro/kg per risparmiare qualche decina di centesimi rispetto a una cifra più giusta ed equa, che ripaghi i vari componenti della filiera".

Donati ricorda che molte catene della Gdo hanno dichiarato un calo della vendita di ortofrutta negli ultimi mesi, segno che il gioco al massacro del ribasso non porta a nulla. "Se costa poco, vale anche poco" è la mentalità che gli iper-sconti possono insinuare, mentre più spesso se costa poco vuol dire che, a monte, c'è un agricoltore che non guadagna nulla.



"Se continuiamo così - aggiunge Donati - rischiamo di non avere più prodotto italiano. Un segnale di fiducia viene dall'aumento delle vendite nei piccoli negozi. Le persone acquistano in maniera mirata, magari pochi frutti e solo quelli che sono sicure di consumare in fretta. Ma li comprano volentieri e ripetono l'acquisto perché sanno di portare a casa della frutta gustosa".

Poi c'è il cavallo di battaglia di Donati, quello delle aggregazioni. "Chiamatele Aop, chiamatele unioni a piramide, chiamatele come volete, ma facciamole! I grandi buyer devono trovarsi di fronte a pochissimi venditori che abbiano in mano la gestione di tutto il prodotto. L'aggregazione deve essere totale o quasi, altrimenti ci sarà sempre qualcuno in grado di rovinare il mercato. Il soggetto di vertice, quello che fattura, deve avere in mano il prodotto di tutti e gestirlo in maniera oculata. Se gestisce gran parte del prodotto, si riducono drasticamente le alternative per i buyer".