"Dopo la Russia – prosegue Werth – continueremo il nostro viaggio verso oriente con altri Paesi dell'Asia centrale che, sebbene non dispongano delle superfici che può offrire la Russia, presentano comunque realtà interessanti in forte sviluppo. Mi riferisco, in questo caso, a repubbliche ex sovietiche come l'Uzbekistan, Kazakistan, il Kirghizistan e il Tagikistan. Ci soffermeremo anche sulla Turchia, la quale ha già una tradizione importante nella melicoltura, ma dove si stanno attivando nuovi impianti. In tutti questi Paesi citati c'è un grande fermento, ma non tutto dal punto di vista agronomico va come dovrebbe andare: nonostante la presenza in loco di diversi consulenti ed esperti non mancano i problemi, perché talvolta si scelgono terreni e superfici non adatti".
Si parlerà anche di Iran, uno dei maggiori produttori mondiali di mele: a livello quantitativo supera di poco Italia e Turchia, ma ha tecniche di produzione ancora arretrate. Si farà una panoramica anche sulle Repubbliche baltiche e sui Paesi dell'Europa dell'Est come Croazia, Slovenia, Repubblica Ceca e Slovacchia, per poi spostarsi nell'estremo Oriente.
Il viaggio sulla geografia orientale della mela volerà poi in Giappone, situazione non paragonabile a nessun'altra: il prezzo è anche dieci volte più alto rispetto all'Europa, e una mela non è mai abbastanza perfetta. Si assiste alla ricerca di una qualità eccellente, in cui l'elemento estetico riveste un ruolo fondamentale e vi è un grande apporto di manodopera, che fa lievitare enormemente i costi, con una produzione che è di poco al di sotto di quella altoatesina: 800.000 tonnellate, contro circa un milione di tonnellate dell'Alto Adige.
"Un caso a parte, rimanendo nel continente asiatico – conclude Werth - è rappresentato dall'India, che noi tratteremo tangenzialmente in quanto non particolarmente interessante dal punto di vista produttivo, ma da considerare per altre importanti valutazioni. Questo Paese di circa 1,5 miliardi di persone, ovvero una popolazione analoga a quella della Cina, produce infatti solo 2 milioni di tonnellate di mele o poco più. Ciò significa che, se ogni indiano si mettesse a consumare 2-3 kg di mele all'anno, verrebbero a mancare sul mercato mondiale circa 3 milioni di tonnellate di prodotto. Una situazione che è guardata da vicino anche dall'Alto Adige, che attraverso l'organizzazione di From ha aperto un canale con il mercato indiano. Tuttavia, rimangono ancora aperti diversi interrogativi, perché l'India è per noi un mercato ancora lontano, occorrono quantitativi importanti e varietà in grado di assicurare una lunga shelf life".
La Cina, il primo produttore di mele al mondo con 43-45 milioni di tonnellate all'anno (la produzione globale è attorno agli 83 – 85 milioni di tonnellate), avrà uno spazio interamente dedicato all'interno del Congresso, con l'intervento del Professore Yuan Yongbing - Qingdao Agricultural University.
L'appuntamento con "La Mela nel Mondo" è il 15 e 16 novembre a Fiera Bolzano in occasione della 11° edizione di Interpoma.
Tutte le informazioni:
www.fierabolzano.it/interpoma/
http://www.fierabolzano.it/interpoma/la-mela-nel-mondo.htm