La diminuzione del raccolto è dovuta alla naturale alternanza delle colture agrumicole e la regione di Valencia (la principale zona di produzione agrumicola) ha dovuto scontrarsi con il clima sfavorevole, in particolare le piogge abbondanti registrate alla fine del 2016 e le temperature elevate a maggio 2017, che hanno avuto un impatto sull'allegagione dei frutti.
Per quanto riguarda i volumi di esportazione (con stime per luglio e agosto, dato che non sono ancora disponibili i dati ufficiali), il totale ha raggiunto 3.615.583 ton, di cui cui 1.382.810 ton di arance, 1.560.122 ton di mandarini, 620.206 ton di limoni e 52.445 ton di pompelmi e altri agrumi. Questi dati indicano che nonostante la produzione straordinariamente bassa della stagione 2017/18 appena conclusa, le esportazioni sono diminuite solo di appena il 2,4% rispetto alla campagna 2016/17 (3.704.600 ton), il quinto volume migliore di agrumi esportato dalla Spagna. Il 92% delle esportazioni sono andate a nazioni dell'Unione europea.
Fonti del Comitato per la gestione degli agrumi (CGC, Citrus Management Committee) hanno indicato: "A prescindere dall'avere volumi di produzione normali, come quelli della campagna 2016/17, o bassi, come quelli della campagna 2017/18, i volumi d'esportazione resteranno simili e sufficienti a rifornire tutti i nostri clienti nella grande distribuzione europea".
Esportazioni | 3.615.583 ton |
Industria di trasformazione | 1.404.429 ton |
Consumo domestico | 1.193.835 ton |
Perdite e ritiri | 467.709 ton |
Produzione totale | 6.681.556 ton |
Il CGC ha dichiarato: "Dobbiamo mettere in evidenza la buona prestazione del mercato dovuta all'eccellente qualità e dimensione dei frutti. Nonostante le esportazioni siano state ridotte del 2,4% in termini di volume, fino al mese di giugno il fatturato è stato più alto del 4%".
Con 1,2 milioni di ton assorbite, il settore del succo svolge un ruolo fondamentale in termini di regolazione del prezzo di produzione. Secondo il CGC, "migliorare il potenziale di vendita dei succhi di qualità è una delle grandi sfide per il nostro settore ed è essenziale fare buon uso della frutta destinata al consumo fresco, che ha una buona qualità interna, ma non può essere venduta a causa di difetti della superficie o per calibri non commerciabili. Questo è il modo più ecologico di liberarsi di quella parte della produzione".
Il calo di produzione in Florida e in Brasile, che sono i principali produttori di succo d'arancia, dovuto alla diffusione del cancro batterico degli agrumi (o citrus greening), ha creato un vuoto nella fornitura di cui dobbiamo approfittare, vista la crescente popolarità e conoscenza del prodotto in Europa".
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