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Talk show con tutti i protagonisti della filiera

Frutticoltura, fra vecchi problemi e nuove soluzioni

Occorre fare qualcosa contro le cosiddette Op di carta, cioè quelle Organizzazioni di produttori nate per intascare contributi ma che in realtà non aggregano davvero i produttori. E' uno dei concetti emersi mercoledì 6 settembre 2018 a Forlì, durante un talk show sulla frutticoltura organizzato da Agrilinea e condotto da Sauro Angelini.

Panoramica del talk show sulla frutticoltura del 5 settembre 2018 a Forlì

"Non si possono creare Op con il mero scopo di intascare i contributi - ha detto Davide Vernocchi di Apo Conerpo -. Il conferimento deve essere sull'80% del totale, non del 15% come a volte, in giro, si è visto in Op che esistono solo per finta. In Emilia Romagna siamo ben organizzati, ma altrove il tema è delicato. Sulle 300 Op italiane, alcune di certo sono sulla carta".

In primo piano, Matteo Selleri

L'assessore all'agricoltura dell'Emilia Romagna, Simona Caselli, ha sottolineato che a breve sarà pubblicato un bando sulla Misura 16 del PSR destinato ai servizi di filiera. "Perché solo con una filiera organizzata ed efficiente si possono conquistare i mercati, specie quelli esteri".

Giancarlo Minguzzi, presidente di Fruitimprese Emilia Romagna, ha analizzato il passato affermando che "sono stati fatti degli errori, ma il principale è quello della mancanza di dialogo fra mondo produttivo e responsabili delle vendite. In passato abbiamo piantato varietà risultate poi non idonee al gusto dei consumatori. Occorre maggiore collaborazione fra i vari anelli della filiera".

Angelo Benedetti di Unitec

Angelo Benedetti, amministratore delegato di Unitec, ha richiamato tutti alla responsabilità. "Ognuno di noi deve prendersi una quota di responsabilità con l'obiettivo di far giungere al consumatore finale frutta di qualità, cioè buona, gradevole da mangiare e che lo inviti a comprarla di nuovo. Deve essere frutta coerente nel tempo, non oggi buona e domani immangiabile. Occorre saper fare una classificazione della qualità per dare coerenza al consumatore. Una pianta produce frutta di diverse classi di qualità che vanno differenziate".

"A me sembra - ha aggiunto Benedetti - che in troppi casi siamo rimasti al secolo scorso, quando si pensava solo ai quintali e al calibro. Oggi prima di tutto si deve ragionare in un'ottica di serbevolezza e aspetto estetico. Esistono tecnologie in grado di classificare anche frutta pronta al consumo".

"E' vero che la qualità si fa in campo - ha concluso l'Ad di Unitec - ma poi deve arrivare sullo scaffale. La filiera deve essere coesa, poi sarà il consumatore a prendere la decisione finale. Il calo del consumo è indice di un tradimento subito, c'è disagio nel reparto ortofrutta dei supermercati perché si rischia di acquistare frutta di sapore inadeguato. Ad ogni modo sono ottimista: come protagonisti della filiera, rispondiamo insieme in maniera responsabile e coerente puntando su gusto e aspetto".



Claudio Gamberini, già responsabile acquisti di una catena della Gdo, non ha nascosto che i consumatori hanno meno capacità di spesa e la Gdo cerca di assecondarli puntando sulle offerte. "La Gdo è in una fase di concorrenzialità spietata. La Gdo fa il suo mestiere, ma qualcuno in modo sgarbato come con le aste al ribasso nel pomodoro (cfr. FreshPlaza del 27/08/2018). Ma comunque sappiate che, fra qualche anno, qualche catena dovrà chiudere i battenti".

Claudio Gamberini

In rappresentanza del mondo commerciale sono intervenuti Ilenio Bastoni di Apofruit e Mauro Laghi di Alegra, i quali hanno sottolineato lo sforzo giornaliero messo in atto per spuntare i migliori prezzi con la Gdo, contenere i costi e remunerare i produttori.

Eugenia Bergamaschi di Confagricoltura ha elogiato l'aggregazione nel settore pere: "Opera sta facendo molto, ma ancora non basta. Purtroppo le imprese agricole non guadagnano più come dovrebbero. Molti mi chiedono se abbia ancora senso fare frutticoltura in Emilia Romagna a causa dei problemi fitosanitari e dei costi elevati. La parola aggregazione è difficile da capire per gli agricoltori. Non è una questione di superficie, ma di gestione imprenditoriale. Non sempre grande è bello".

Eugenia Bergamaschi intervistata da Angelini. A sinistra, Giancarlo Minguzzi di Fruitimprese Emilia Romagna

Matteo Selleri, consulente, è intervenuto dicendo che le Op in genere sono più efficienti se di dimensioni medie, mentre devono sapersi unire in grandi poli per quello che riguarda la vendita (cfr. FreshPlaza del 10/07/2018).

Poi la parola è passata agli agricoltori. Per Sauro Zoffoli negli ultimi 15 anni le risposte non sono arrivate e ormai non ci sono più gli agricoltori. Fabiano Mazzotti si è detto dispiaciuto per aver sentito pochi mea culpa. Riguardo alla ricerca, in Spagna ci sono degli enti pubblici che danno il via libera alle varietà solo con certezze di buoni risultati, mentre in Italia le prove sono state fatte sulle spalle dei produttori".

E' emerso anche che, per proteggere le produzioni frutticole da grandine, insetti e bombe d'acqua, l'uso di coperture con reti monofilari oppure a blocco unico rappresenta una strada valida e che sta dando risposte adeguate. I PSR regionali dovrebbero cofinanziare in maniera adeguata la realizzazione di queste strutture come sottolineato da Paolo Vallicelli di Romagna Impianti.