Nell'Africa occidentale, molti alberi locali forniscono frutti che contribuiscono alla salute e alla sicurezza alimentare, specialmente per le comunità rurali. Un esempio è Ximenia americana L.: un arbusto con piccoli frutti commestibili che hanno anche molte proprietà medicinali.
La polpa matura contiene il 65% di umidità, il 6% di proteine, il 23% di lipidi, l'11% di zucchero solubile e ha attività bioattive e antiossidanti. Cento grammi di polpa contengono 188 mg di vitamina C, 0,9 mg di carotenoidi, 2,8 mg di antocianina e 38,3 mg di flavonoidi gialli.
Il frutto è particolarmente apprezzato nelle zone rurali durante il periodo di scarsità di cibo, che corrisponde al tempo di fruttificazione della specie. L'olio estratto dai semi di X. americana viene usato localmente per cibo, medicine e cosmetici, ma non è ampiamente commercializzato.
Nonostante l'importante contributo dei frutti di X. americana al sostentamento quotidiano di molte comunità nell'Africa subsahariana, la produzione di frutta della specie non è documentata. Attualmente, la raccolta dei frutti di X. americana dipende interamente dalle popolazioni di alberi selvatici; ciò però potrebbe non essere sostenibile, in quanto la raccolta spontanea può portare a uno sfruttamento eccessivo.
Ximenia americana, frutto maturo (a), raccolta dei frutti (b).
I frutti di X. americana hanno quindi un valore socio-economico per le popolazioni locali dell'Africa occidentale. Comprendere la possibile influenza delle condizioni climatiche sulla produzione di frutta è la base per una migliore pianificazione della produzione e una gestione sostenibile delle specie.
Ricercatori dell'Università Ouaga I Pr Joseph Ki-Zerbo (Burkina Faso) hanno valutato la produzione di frutta di X. americana considerando sia la dimensione dell'albero sia un gradiente climatico, poiché gli obiettivi dello studio erano: (i) stimare la produzione di frutta di X. americana, (ii) determinare l'influenza della dimensione dell'albero e del gradiente climatico sulla produzione di frutta e (iii) stabilire modelli per prevedere la produzione di frutta della specie.
Il numero totale medio dei frutti, il loro peso medio e il peso totale dei frutti per albero sono stati calcolati sulla base di un campione di 450 alberi suddivisi in cinque classi di diametro del fusto e in tre zone climatiche. Lo studio è stato condotto da nord a sud del Burkina Faso, coprendo tre zone fitogeografiche. I dati sono stati raccolti in nove villaggi: Koflandé, Mikérédougou (zona Sudaniana meridionale), Theykui, Nounou, Douroula, Kari (zona Sudaniana settentrionale) Oula, Sousou e Bhem (zona sub-Sahel). Il gradiente climatico variava da circa 1000 mm di precipitazione nella zona Sudaniana meridionale a 600 mm nella zona sub-Sahel, con tendenza simile per la durata della stagione delle piogge e il numero di giorni di pioggia. L'altitudine variava da 250 a 350 m in tutta l'area di studio.
"Il diametro del fusto, l'altezza totale e il volume della chioma sono stati misurati per ciascun albero campionato. Il numero totale di frutti variava da 200 ± 33 a 1027 ± 268 frutti per albero in base alla dimensione dell'albero. Alberi con un volume maggiore della chioma hanno prodotto più frutti, con un peso totale più elevato rispetto a quelli più piccoli", spiegano i ricercatori.
La zona climatica ha influenzato significativamente la produzione di frutta. "Il maggior peso totale dei frutti per albero è stato registrato nella zona fitogeografica Sudaniana meridionale, con un valore medio di 1,5 kg, mentre il valore più basso è stato osservato nella zona sub-Sahel con 0,7 kg. Si tratta infatti di un arbusto che produce tanti frutti che pesano 2-3 grammi. "Questi risultati suggeriscono che i migliori modelli di previsione della produzione di frutta X. americana considerano il volume della chioma e la zona climatica", concludono i ricercatori.
Fonte: Ounyambila Lompo, Anne Mette Lykke, Benjamin Lankoandé, Amadé Ouédraogo, 'Influence of climate on fruit production of the yellow plum, Ximenia americana, in Burkina Faso, West Africa', 2018, Journal of Horticulture and Forestry, Vol. 10 (4), pag. 36-42.