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Buon avvio di stagione per le patate italiane
Quantità non elevate in tutta Europa e qualità buona dei tuberi italiani; rese abbastanza alte, prezzi di partenza molto soddisfacenti. Dopo un'annata un po' tribolata, quest'anno la campagna delle patate è partita sotto buoni auspici. La conferma viene da Massimo Cristiani, presidente del Cepa, il Centro di documentazione per la patata. Cristiani è un produttore della provincia di Bologna e, quest'anno, aveva 8 ettari investiti a tuberi.
"L'organizzazione di filiera che abbiamo in Emilia Romagna - afferma Cristiani - anche se non sarà la soluzione per tutti i mali del mercato, di certo è d'aiuto per ottenere il massimo. Non dimentichiamo che l'Italia produce circa il 50% del fabbisogno interno di patate e il prodotto italiano dovrebbe essere valorizzato al meglio. Quello di qualità dovrebbe spuntare sempre un prezzo superiore. Invece non è sempre così, anche a causa della scarsa organizzazione. La filiera dell'Emilia Romagna dà risposte migliori, anche in annate come quella dello scorso anno, con una media di 19-21 centesimi. Quest'anno siamo partiti già a da 27 centesimi (cfr. FreshPlaza del 24/07/2018) e l'auspicio è che si possa ancora migliorare".
La qualità delle patate scavate è molto buona. Solo in qualche zona, e dove gli agricoltori non sono riusciti a intervenire in prevenzione, ci sono stati dei danni da elateridi.
"Nella mia realtà - dice l'agricoltore - ho ottenuto una media fra le 45 e le 50 tonnellate a ettaro. A volte si sono avute rese anche più elevate, ma comunque queste sono molto buone. La qualità è più che soddisfacente e non dovremmo avere nessun problema di conservazione. Sono molto soddisfatto perché, a causa del maltempo, in primavera la semina era stata possibile solo con quasi un mese di ritardo. La coltivazione però ha recuperato in seguito e tutto è andato per il meglio".
"Per mantenere vivace il mercato - conclude Cristiani - occorre anche fare promozione ed è proprio quello che in Emilia Romagna cerchiamo di attuare, promuovendo la patata Dop, così come Selenella e tutta la filiera. Questo è comunque possibile grazie all'organizzazione e al marchio".