"Il caldo del mese di maggio è stato il benvenuto - ha spiegato - e ha permesso alle cipolle di recuperare dalle semine effettuate in ritardo per via della primavera umida. Tuttavia, il clima caldo registrato nei mesi di giugno e luglio ha sottoposto i bulbi a uno stress considerevole, che ha influito sulla resa delle coltivazioni e sul calibro".
"I produttori e il loro team hanno lavorato 24 ore su 24 per mantenere idratate le coltivazioni, ma purtroppo in alcune zone del Paese l'estrazione di acqua è limitata e le scorte molto limitate. E' in questo periodo dell'anno che le colture vengono irrigate per aumentare in termini di peso e dimensioni. L'irrigazione sta mantenendo viva la pianta, mentre le colture non irrigate stanno morendo".
"Sebbene per gran parte delle coltivazioni esista ancora un modo per svilupparsi, il potenziale ridotto della resa è ancora piuttosto evidente. La maggior parte delle piantagioni risentirà della mancanza di grandi cipolle, con ripercussioni sulla disponibilità dei formati con 3 bulbi in linea venduti dalla maggior parte dei supermercati".
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